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Foxcatcher - Una storia americana

Regia di Bennett Miller vedi scheda film

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La recensione su Foxcatcher - Una storia americana

di scandoniano
7 stelle

Una storia vera, intrisa di tanti sentimenti, foriera di più che qualche emozione. La storia è avvincente, ma il cast, Steve Carell in primis, la eleva nel novero dei film da ricordare.

Il triangolo (per una volta) non amoroso tra tre uomini: tra i fratelli Schultz, campioni di lotta in procinto di andare alle Olimpiadi, si inserisce il ricco Dupont, dall’equilibrio mentale sottilissimo e con un ego sconfinato.

Il film di Bennett Miller lavora per addizioni: la storia avanza, la tensione cresce, i rapporti si intensificano. “Foxcatcher” è come un vaso sul punto di strabordare, fino ad un finale memorabile, ma privo di quella creanza che un film convenzionale si affretterebbe a consegnare allo spettatore. Qui siamo fuori dagli schemi cinematografici. Forse perché si tratta di una storia vera, concetto che conferma quanto la vita sia sempre maledettamente imperfetta rispetto a come sarebbe d’uopo rappresentarla. La fotografia lurida, i costumi molto credibili calano gli spettatori perfettamente nell’epoca degli USA degli anni ’80, in piena Guerra Fredda e con il machismo reaganiano ad imperare. Elementi che più che in ogni altro vivono nello straordinario personaggio del magnate delle armi Dupont, la cui complessità (edipicamente represso, megalomane, serafico, imperscrutabile e dunque imprevedibile) è riportata con straordinaria efficacia dal volto imbolsito di uno Steve Carell da Oscar. Il contraltare, rappresentati da Channing Tatum e soprattutto dal fratello maggiore interpretato da Mark Ruffalo, sono due americani medi, provinciali, attaccati alla famiglia, umili e bonari. Il disequilibrio tra i due poli, che irrimediabilmente si attraggono, porta a conseguenze psicologiche (e non solo) devastanti, perseguendo un concetto che è a metà strada tra il mito di Icaro e l’ineluttabilità umana di matrice verghiana. Ma l’Europa centra poco: “Foxcatcher” è una favola nera americana, che mette in circolo tutte le assurdità del sistema statunitense, evidente più che mai nel destino che spetta ai tre protagonisti. Un film poco spettacolare, ma di una intensità struggente, da ulcera perforante immediata.

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