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Quel treno per Yuma

Regia di Delmer Daves vedi scheda film

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La recensione su Quel treno per Yuma

di montelaura
10 stelle

Delmer Daves è sempre stato fin troppo sottovalutato, e mal passato sul piccolo schermo. Forse perchè spiazzava e sconcertava il pubblico di allora. E spiazza e sconcerta quello di adesso, ritrovandosi davanti a spunti cinematografici così attuali e intensi. Questo è un western atipico, con due protagonisti, che sono anche due antieroi. Uno non è completamente buono, l'altro non è completamente malvagio. Van Heflin da voce e fisico a un contadino e allevatore mediocre, tendenzialmente codardo e opportunista, anche se profondamente onesto con gli altri e con se stesso. E' l'incarnazione della disillusione, del cinismo di una frontiera che non ha scoperto la pentola d'oro alla fine dell'arcobaleno, che non crede più nel sogno americano, e che aspetta solo che venga a piovere per non veder morire le proprie vacche ossute. Che tenta di sopravvivere ma che in realtà accetterebbe la sconfitta come una liberazione. Poi c'è Glenn Ford. E' atipico in questa parte da 'cattivo'. Lui, con quella faccetta arrotondata e il ciuffetto pettinato che fanno tanto "bravo ragazzo della porta accanto". Non una faccia da faina alla Lee Van Cleef, tanto per intenderci, da cui ti aspetteresti di tutto. No, no. Daves prende questo pezzo di pane e gli fa ammazzare, quasi subito, a sangue freddo, il conducente della diligenza che lui e la sua cricca stanno derubando. Niente male, Glenn. Questo produce un certo shock, nello spettatore. Un po' come si rimane shockati dal perfido Fonda di Sergio Leone in "C'era una volta il West". Ma Daves nn si accontenta di questo. Daves scava dietro quella faccetta di pane e ci mette dietro un personaggio titanico e indimenticabile. Glenn Ford riesce ad essere al contempo tenero e spietato, subdolo e leale, infido e affascinante... proprio come Lucifero! Tutti subiscono il suo fascino: la giovane e insoddisfatta Felicia Farr (che con lui è protagonista di una sequenza mozzafiato, una serie di primi piani ravvicinati di una tenerezza e di una sensualità che sbalordiscono in un film WESTERN degli anni '50!); la moglie sfiorita ma ancora piena di speranza di Van Heflin, e Van Heflin stesso, che lo odia e lo ammira, ne è al contempo la vittima e il carnefice. E' un western atipico, dunque, per i suoi personaggi, per lo sguardo profondamente psicologico con cui vengono affrontati. Nn importa quello che viene raccontato, ma chi sono i personaggi che agiscono, e come essi vengono raccontati. Daves è maestro anche in questo. In quelle sue inquadrature che si sollevano e sovrastano, nelle carrellate veloci a seguire treni e carrozze, nei primi piani lenti e purissimi. E nello scegliere di immergere tutto, film, storia, personaggi, frontiera, nella polvere riarsa di una terra senza morale e senza speranza. Fino alla benedizione della pioggia finale.

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