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Homefront

Regia di Gary Fleder vedi scheda film

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La recensione su Homefront

di maurizio73
5 stelle

Già infiltrato per la DEA in una banda narcotrafficanti, che riesce a sgominare provocando però anche la morte del figlio di un pericoloso boss, l'ex agente Broker si trasferisce con la filioletta nella piccola cittadina natale della moglie defunta, tra le paludi della Lousiana. Qui, nonostante ricerchi tranquillità e anonimato, viene scoperto da una piccolo spacciatore locale che ne approfitta per espandersi, 'vendendolo' al boss ergastolano in cerca di vendetta per il figlio morto. Resa dei conti finale.

 

locandina

Homefront (2013): locandina

 

Da un progetto del vecchio Sly (ormai ridotto ad allenare i soli polpastrelli sui tasti di un computer) che riadatta l'omonimo romanzo di Chuck Logan, un action movie che incrocia le mai sopite simpatie testosteroniche del nostro per il solito Rambo di provincia in trasferta tra le paludi della Louisiana con le dinamiche del thriller dell'assedio che ricordano alla lontana le tensioni crepuscolari del Peckinpah di 'Straw Dogs'. Affidandosi al talento per la velocità del buon Gary Fleder ('The Express') e confidando nel buon nome di un cast che contrappone la laconica ficità del solito Jason Statham con l'infida doppiezza di un insolito e cattivo James Franco prestato alla causa (del suo conto in banca), il film di Stallone cerca di spostare la guerra senza quartiere contro il narcotraffico dal breve prologo metropolitano dell'incipit alle scaramucce di una torbida provincia del South-West fatta di faide familiari e criminali 'Alli-Gator' intrecciando, sui soliti binari dei doveri privati e delle pubbliche virtù, le vicende di personaggi che cercano di salvaguardare (ognuno a modo proprio s'intende) il fronte di una guerra condotta fin sulla porta di casa ('Homefront' appunto).

 

Rambo (1982): Sylvester Stallone

 

Straw Dogs (1971): Dustin Hoffman

 

Jason Statham

Homefront (2013): Jason Statham

 

Così tra la brama di vendetta per un figlio morto e la strenua difesa di una figlia viva ci si mette l'interesse economico di un clan familiare colpito nell'orgoglio (e nel portafoglio) a spostare l'ago della bilancia verso un finale che precipita nell'inevitabile rappresaglia di una strage annunciata l'esito prevedibile di un assedio domestico a casa dell'uomo sbagliato. Tra stereotipi macchiettistici (Franco) e personaggi dalla psicologia fragile e contraddittoria (Ryder) l'unico che sembra salvarsi (in ogni senso) è il buon Jason (Statham), diviso tra rudezze pubbliche e tenerezze private, novella evoluzione del cascatore di talento che ha trovato la sua meritata collocazione nelle doverose attenzioni di un casting meritocratico. Sempre carina l'ambientazione torbida e malsana nel consueto paesaggio lacustre dalle parti di Mobile (o era New Orleans?) splendidamente fotografato dal buon Theo van de Sande. Droga,violenza, sesso e...orsacchiotti di peluche.

 

 

 

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