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Il fuoco della vendetta

Regia di Scott Cooper vedi scheda film

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La recensione su Il fuoco della vendetta

di Andreotti_Ciro
7 stelle

A Braddock, in Pennsylvania, una piccola comunità rurale che vive all’ombra di una grande acciaieria, vivono Rodney, militare distaccato in Iraq e con numerosi debiti di gioco, e suo fratello Russell, operaio come il padre e fidanzato con Lena. Tutto pare scorrere normalmente fino a quando Russell non viene incriminato per omicidio stradale.

 

Due fratelli differenti per trascorsi, l’operaio e mite Russ e il nervoso Rodney, soldato reduce da quattro missioni in Iraq che lo hanno irrimediabilmente segnato, attraversano la piccola comunità di Braddock, uno dei mille paesi lungo le strade degli States dove si vive all’ombra di una sola fonte di sostentamento, l’acciaieria locale, e dove la vita scorre lenta come se si fosse perennemente immersi in un tempo sospeso. I fratelli Baze sono le due facce della stessa medaglia al punto che tutto quello che parrebbe immutabile può cambiare da un momento all’altro e alla fine le sorti dell’uno diventano la maledizione dell’altro fino a uscire da quella fornace, traduzione letterale del titolo originale, in cerca di una vendetta che non può di certo pareggiare i conti ma che viene vissuta come liberatoria.

 

Cast spettacolare per una pellicola colpevolmente passata in sordina nelle nostre sale. Bale, e il minore dei fratelli Affleck, sanno offrire prove di primissimo livello e intensità, capaci di essere espressive anche solo grazie ai loro silenzi, così come Willem Defoe nel ruolo di un allibratore dal cuore troppo tenero e Woody Harrelson in quello di un organizzatore di incontri clandestini di lotta del tutto imprevedibile. Completa il cast il mastodontico Forrest Whitaker, nel ruolo di un poliziotto zelante. Il film fa inevitabilmente correre la memoria a Il cacciatore, di Michael Cimino, causa la locale acciaieria, la passione ancestrale per la caccia agli animali selvatici e quel mondo che ruota intorno a quelle piccole comunità lontane dai centri di potere, ma dove si può respirare la parte più vera del grande mostro a stelle e strisce. La seconda pellicola del regista e attore Scott Cooper, subentrato a Rupert Sanders poco prima dell’inizio delle riprese, non ha assolutamente l’ambizione di riuscire a replicare il successo di quella di Cimino, ma riesce comunque nell’impervio tentativo di trasformarsi in un thriller e in un dramma di grande spessore.

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