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Il fuoco della vendetta

Regia di Scott Cooper vedi scheda film

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La recensione su Il fuoco della vendetta

di maurizio73
5 stelle

Mentre il fratello maggiore Russel lavora,come già l'anziano padre ormai malato terminale, nella fonderia che domina il paesaggio industriale di una piccola cittadina della Virginia, il più piccolo Rodney Jr. è un ex marine che trascorre le sue giornate tra la bottiglia e il gioco d'azzardo. Quando quest'ultimo si infila nel pericoloso circuito dei combattimenti clandestini e rimane vittima di uno spietato e brutale ras della malavita locale toccherà al primo imbracciare il fucile e saldare i conti con la giustizia.
Dramma di una provincia metalmeccanica che si muove neanche tanto velatamente sulle tracce di un classico del genere ('Il Cacciatore' - Michael Cimino 1978) e sull'epica nazionalista del trinomio Dio-Patria-Famiglia, il film dell'autoctono Scott Cooper condivide con il primo un cast di all stars che sembra guadagnato più sul campo del successo agli Oscar ed ai Globe del suo primo lavoro ('Crazy Heart' -2009) che su quello di una reale qualità della scrittura cinematografica che segnò invece il definitivo tramonto del sogno americano precipitato nella follia della guerra del Vietnam e con esso il mito indissolubile del regista italo-americano. Figlio di un impegno produttivo non indifferente (R.Scott,T.Scott e L.Di Caprio) e di un progetto nato sotto l'egida del cinema finto indipendente made in USA, il film del quarantenne del South-East assomma da un lato tutti gli elementi più consumati del dramma di genere e di una regia classica che procede con rituale linearità verso una costruzione narrativa dove alle consuete premesse segue sempre l'ineluttabile resa dei conti finale e dall'altro manca di un vero spunto tematico o formale in grado di risollevare le sorti di una una produzione che si arena nella consueta e stanca dialettica tra le colpe da espiare e la vendetta da consumare, rendendo il sacrificio finale dell'antieroe di turno (un C.Bale, come molti altri suoi bravi colleghi, adatto allo scopo) la scontata appendice di un mero dovere d'ufficio. Seppure sul piano di una deferenza non dichiarata al modello di riferimento si può parlare di un moderno riadattamento di tematiche forti e sempre attuali (il rapporto uomo-natura, la continuità di una tradizione familiare, l'amore corrisposto, il dovere di patria e di fede, la caduta nell'abisso della disperazione, l'inutile tenativo di riscatto,etc.) questi si livellano sul piano di una prevedibilità narrativa e di una ordinarietà della messa in scena che neppure gli interessanti scarti del montaggio nella parte centrale e l'ottima fotografia riescono più di tanto a risollevare. A dimostrazione che il cinema non è una scienza esatta poi, anche il lavoro sugli attori che riesce a minimizzare il notevole potenziale di interpreti di primordine (eccezzion fatta per il sempre inespressivo Affleck-Rodney Jr.) o a ridicolizzarne alcuni aspetti caratteriali (Woody Harrelson che sembra la brutta copia del sadico criminale di NBK), finendo per subordinare una storia di personaggi e di caratteri alle stringenti maglie di una consuetudine tragica nello stanco dispiegarsi di un'epopea familiare a corto di epica. Bella colonna sonora dei pearl Jam. Presentato in anteprima Festival Internazionale del Film di Roma del 2013, sarà distribuito in Italia a partire dal 27 agosto 2014. Chi può si astenga.

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