Regia di James DeMonaco vedi scheda film
Esempio di pellicola fantascientifica a sfondo sociale abbastanza rara di questi tempi, ma non nuova nel trattare attraverso il filtro della violenza, la società americana. Si è cercato di confinarla (Fuga da New york di Carpenter) oppure di circoscriverla in ambiti precisi (Rollerball). In questo caso la violenza é limitata a livello temporale, 12 ore dove è permesso di tutto e dove la società stessa opera una specia di potatura dei rami secchi del proprio sistema: le fasce deboli e gli emarginati. Oltre a questo però e malgrado l'uso dell'espediente delle maschere, avviene appunto lo smascheramento di tutte le ipocrisie che regolano i rapporti all'interno delle comunità e all'interno della propria famiglia. Un cortocircuito morale in cui emerge profondamente nel personaggio di Hawke il conflitto tra l'accettazione di una regola perversa fondamento del sistema stesso e la propria coscienza. I presupposti di questo film sono buoni, magari un po' assurdi o inverosimili, però in fondo parlaimo di un film di fantascienza quindi ci può stare. Mi ha convinto di meno la sceneggiatura con delle falle illogiche (vedi il fidanzato della figlia,), un ripetitivo gioco del gatto con il topo, la prevedibilità dello sviluppo con colpi di scena che non si rivelano tali ed in generale la situazione d'assedio che pesca a piene mani da Cane di paglia. Sufficiente con un pizzico di delusione.
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