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La notte del giudizio

Regia di James DeMonaco vedi scheda film

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La recensione su La notte del giudizio

di supadany
6 stelle

Per una volta alle spalle c’è un’idea importante, che pone in rilevo tante considerazioni ed anche alcuni dubbi, ma da sola questa non basta per costruire un buon film, tanto più se poi la costruzione finisce col declinarsi per lo più in uno schema già visto (una tranquilla famiglia messa sotto assedio), ad eccezion fatta del prologo e di qualche acuto estemporaneo.

Stati Uniti, anno 2022, il governo ha da tempo istituito la notte dello sfogo, dodici ore durante le quali ogni atto criminale è consentito col risultato di aver nel resto dell’anno crimini quasi azzerati e l’economia in gran spolvero.

Tra le altre questa volta sotto scacco finisce la famiglia benestante dei Sandin, dotata di tutte le difese possibili, ma di fronte ad un atto caritatevole finisce per essere vittima di carnefici collaudati, ma anche di insospettabili pronti a sfogare le proprie frustrazioni una volta fiutata l’occasione propizia.

 

scena

La notte del giudizio (2013): scena

 

Praticamente l’idea di fondo offre soluzioni cinematografiche vicine all’infinito (ed infatti dopo un anno esatto è già uscito al cinema il secondo capitolo), ma poi non viene sfruttata appieno nei meccanismi successivi, pur avendo lo stesso alcune impennate anche notevoli.

Tanti temi fanno discutere, la pace viene ottenuta con una violenza “pilotata” (ma niente può essere escluso), i più deboli strati sociali vengono falcidiati, ma poi le insidie vanno ben oltre, diventa un pericolo reale anche suscitare l’invidia altrui grazie ai propri successi (è il caso dei vicini rancorosi), i problemi non si risolvono più attorno ad un tavolo, ma è più facile farsi giustizia sommaria nelle dodici ore dello sfogo (termine usato più volte nel film e molto più affine del “giudizio” richiamato nel titolo italiano), come accade nel caso del fidanzatino dell’adolescente di casa Sandin.

Tutti aspetti che rimangono sempre piuttosto vivi e che a tratti colpiscono la carne viva (del cuore, ma anche del pensiero), però poi nello sviluppo si passa ad uno schema più ordinario ed anche la tensione perde quota per riprenderla sporadicamente di fronte a qualche avvenimento che rimette le cose sul binario originale.

E purtroppo altri aspetti risultano poco delineati, soprattutto i vari pensieri dei singoli componenti della famiglia Sandin (con alcune riflessioni un po’ spuntate e poco organiche) ed anche la direzione generale, pur contando su una cura generale migliore di tanti altri low budget (e alla produzione c’è il Jason Blum di “Paranormal activity”) non riesce sempre a dar il massimo risalto alla brutalità degli eventi.

Passando al cast, spicca il nome di Ethan Hawke (prova ordinaria la sua), accompagnato da Lena Headey (“Il trono di spade”), ma probabilmente l’aspetto migliore è il ghigno da “Joker” di Rhys Wakefield.

Alla fine rimane un prodotto interessante che meritava però di essere affinato meglio, che porta in luce il frutto di una società deviata (ed invasata), tra una redenzione da trovare col sangue altrui e tutta quell’eccitazione mediatica (vedasi la voce squillante che ci avvisa come la notte dello sfogo in oggetto abbia fatto registrare numeri record), senza scordarsi di quei pensieri che irrimediabilmente provoca (come relazionarsi dopo con chi ha provato ad ucciderti?), non tutti a favore della tesi (decisamente destrorsa) della pellicola.

Intrigante, ma il congegno poteva essere sviluppato assai meglio.

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