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Lei

Regia di Spike Jonze vedi scheda film

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La recensione su Lei

di laulilla
8 stelle

Scarlett Johansson non appare nel corso del film, se non come voce, che ovviamente è del tutto diversa da quella di Micaela Ramazzotti, la doppiatrice, che ne fa un personaggio molto diverso. Da vedere perciò rigorosamente in lingua originale.

 

 

Theodore, il protagonista del film (un bravissimo Joaquin Phoenix) abitava a Los Angeles e, dopo il suo fallimentare matrimonio, conduceva un’esistenza solitaria e triste.
Per vivere egli scriveva – su commissione – lettere… virtuali, ovvero si sostituiva a chi non intendeva interrompere del tutto antichi legami d’amore o d’affetto e si affidava a lui, a cui bastava poco per capire che il committente voleva creare nel destinatario l’illusione di non essere stato completamente abbandonato e di continuare a vivere nei ricordi di qualcuno.
Segretario galante dei nostri giorni, egli sapeva adattare le parole alle circostanze più diverse e rendere credibile e vera la sua prosa elegante, al punto che un editore, spontaneamente, gli aveva offerto persino di mettere in vendita il volume del suo prezioso epistolario: davvero cambiati gli incontentabili editori losangelini di John Fante!

 

I suoi colleghi ne ammiravano il talento, ma né amicizie vere, né amori profondi sembravano poter attecchire fra chi lavorava negli uffici eleganti e freddi, dominati dai computer di ultima generazione capaci persino di imitare le grafie, compresa quella di di Theodore, lo scrivano: all’umanissimo bisogno di cure e di amicizia si stavano dedicando nella Sylicon Valley gli uffici-studio delle case di software, che infine avevano creato proprio quello che ci voleva per lui: Samantha.

 

Ha questo nome, nonché la voce sensuale di Scarlett Johansson, il nuovissimo sistema operativo O.S.1 personalizzabile, che -proprio come Theodore - dopo aver ottenuto qualche scarna informazione sull’utente, ne coglieva le esigenze alle quali avrebbe adattato il proprio parlare e il proprio comportamento. Il nostro scrivano, perciò, aveva trovato quello che stava cercando per vincere l’isolamento

Samantha, infatti, presto ne sarebbe diventata la segretaria pronta a ricordargli gli impegni; l’amica fidata con cui parlare; la confidente delle notti insonni, nonché la donna di cui si sarebbe innamorato, dopo averne plasmato carattere e modi: moderno Pigmalione, aveva dato vita alla statua forgiata secondo i propri desideri.


Anche Samantha si era innamorata di lui e – croce e delizia – era onnipresente nella sua vita quotidiana, seguendolo ovunque e cercando di comprendere la realtà del mondo attraverso i suoi occhi
Egli, d’altra parte, la portava sempre con sé, in quel minuscolo smartphone che, dal taschino, le permetteva di guardarsi attorno: avrebbe conosciuto, grazie a lui, la città, la spiaggia, il mare, e il mutare del tempo e delle stagioni…

 

Il puro flatus vocis si era trasformata a poco a poco in essere pensante, e crescendo aveva acquistato autonomia, rivendicando i propri spazi e il proprio diritto a conoscere altri, con cui condividere gioie, dolori, affetti: esigenze di ognuno e perciò anche sue,  provocando mugugni e gelosia del suo possessivo amante.

 

Poiché, tuttavia, nessun amore al mondo è per sempre, sarebbe arrivato anche per i due amanti il momento doloroso dell’addio: l’O.S.1 sarebbe stato rimpiazzato da un altro più aggiornato e a lui non sarebbe rimasto che il rimpianto di un amore… quasi perfetto.

 

 

 

 

Los Angeles, le sue spiagge-formicaio affollate da migliaia e migliaia di  losangelini in cerca di compagnia, di svago e di riposo, è scenario ed emblema di questo singolare film di Spike Jonze: è città bellissima, ma gelida nella ripetitiva tipologia dei grattacieli, nelle strade in cui si aggirano, senza direzione apparente, anonime e frettolose folle di passanti che, ignorandosi l’un l’altro, sono affaccendati a parlare da soli senza curarsi degli altri.

Lei è perciò opera di notevole spessore, è storia d’amore al tempo della realtà virtuale, ma è ricca di implicazioni culturali che sembrano anticipare il mondo di oggi: stiamo già facendo i conti con la vacuità illusoria dei social e delle piattaforme e col disorientamento di molti costretti, senza quasi averne coscienza, ad affrontare da soli, con l’aiuto di piccoli aggeggi intelligenti, i problemi che nei secoli hanno richiesto ovunque sforzi organizzativi collettivi e solidali.


Il film, molto citazionista, ripropone, in chiave moderna, alcuni miti antichi, fra cui quello di Pigmalione, cui ho già fatto cenno, e sopra ogni altro quello del bellissimo Narciso, incapace di amare altri da sé, per amore del quale la ninfa Eco si era tolta la vita riducendosi a pura voce replicante.

Anche con la solitudine profonda da social-narcisismo, temo, presto faremo i conti.

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