Regia di Sean Ellis vedi scheda film
Eccellente dramma 'thrillerato' ambientato nelle Filippine nel quale la miseria di campagna viene contrapposta alla medesima miseria di città. Quasi una negazione insomma dei principi della celebre fiaba di Esopo.
Presentato e ricevuto in maniera estremamente positiva al Sundance Festival del 2013, “Metro Manila” è l'opera seconda del regista inglese Sean Ellis. È una produzione britannica al 100% sebbene sia ambientata e girata interamente nelle Filippine in lingua tagalog (tanto che il Regno Unito potè candidare il film come suo rappresentante per l'Oscar al miglior film straniero, candidatura che non ottenne comunque la nomination dall'Academy). È una storia romanzata dei giorni nostri, giorni di abusi, violenze e 'cane mangia cane' dove un povero (ma onesto) diavolo come il protagonista Oscar è condannato alla miseria dagli enormi ingranaggi di un sistema sul quale non ha nessun controllo. Alla miseria della campagna d'inizio film fa da contraltare la medesima miseria metropolitana, condita questa da maggiori dosi di efferata violenza. Una sorta insomma di negazione dei principi della celebre fiaba di Esopo su topo di campagna e topo di città. Ellis e il cosceneggiatore Frank E. Flowers sono tremendamente bravi nello scrivere quel che è senza ombra di dubbio un dramma, 'thrillerizzato' però a dovere in un crescendo finale davvero magistrale. Da notare che, essendo gli autori inglesi ma gli attori filippini, la sceneggiatura venne scritta in inglese ma recitata poi in tagalog, una scelta del regista per dare maggior naturalità al tutto. Una piccola curiosità: pur trattandosi di una produzione del 2013 il film è stato distribuito nelle sale italiane solo nel giugno 2017, ingiustamente trattato insomma come un fondo di magazzino con cui riempire i cartelloni estivi.
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