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Runner Runner

Regia di Brad Furman vedi scheda film

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La recensione su Runner Runner

di supadany
4 stelle

Thriller in ambiente economico che non fa una bella figura; cambiano gli scenari ma sono sempre i soldi e gli imbrogli a farla da padroni, purtroppo accompagnati da una serie di errori, scelte poco condivisibili e quindi pecche che risultano penalizzanti.

Dopo essere rimasto al verde, l’unica possibilità rimasta a Richie Furst (Justin Timberlake) per rimettersi in carreggiata è quella di recarsi in Costarica e conoscere il magnate del gioco d’azzardo online Ivan Block (Ben Affleck).

Quest’ultimo rimane colpito dall’ardore del giovane, lo assume e gli affida incarichi sempre più importanti all’interno della sua organizzazione.

Tra una tangente e l’altra però ci si mette di mezzo l’FBI e Richie sarà costretto a scelte non facili ed in tempi strettissimi.

 

Justin Timberlake, Ben Affleck, Gemma Arterton

Runner Runner (2013): Justin Timberlake, Ben Affleck, Gemma Arterton

 

Prima della crisi del 2008, ci dicono, i soldi veri si facevano a Wall Street, oggi, dopo quel tracollo, col gioco d’azzardo online e nel film Richie Furst sancisce questo passaggio di consegne.

Mondi pericolosi, nei quali conta solo il profitto, dove la legge vacilla, o si palesa di rado, e se non è sempre facile entrarci lo è assai di più lasciare al momento giusto prima che il castello di carte crolli.

Il film questo racconta, in modo molto semplicistico in troppi passaggi, come se il tempo stringesse (in realtà, gli 85 minuti effettivi per un film del genere sono pochissimi), poco credibile in troppe descrizioni a partire dal primo incontro che avviene tra Richie e Ivan, con tutti che ritenevano quest’ultimo un uomo irrangiungibile ed invisibile (e che poi sembra essere più volte tutt’altro). 

Di fronte ad uno script poco sensato, Brad Furman ravviva la regia per quanto gli è possibile (a volte anche eccedendo), ma non trova correttivi tali da migliorare di molto una situazione compromessa in partenza.

Altro tasto negativo è rappresentato dal cast e dalla sua gestione; salviamo Justin Timberlake che almeno è volonteroso, dispiace vedere Gemma Artenton in versione “soprammobile”, come se fosse l’ultima arrivata, mentre non si capisce chi possa considerare credibile Ben Affleck nei panni di uno squalo del business (bisogna essere veramente avventati).

Film dunque ricco di difetti che, se non altro, qualcosa ce lo insegna; online bisogna stare attenti a come utilizziamo i nostri risparmi, ma in fondo questo dovremmo già saperlo e rimane un aspetto implicito nel film e non un elemento sviluppato appositamente ad arte.

Incauto.

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