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Prossima fermata Fruitvale Station

Regia di Ryan Coogler vedi scheda film

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La recensione su Prossima fermata Fruitvale Station

di YellowBastard
7 stelle

Opera d'esordio di Ryan Coogler, che gli ha permesso di vincere il Premio del Pubblico e il Premio della Giuria come Miglior Film Drammatico al Sundance Film Festival, è la storia realmente successa di un ragazzo di colore, Oscar, che nella notte di San Silvestro del 2009 viene brutalmente ucciso da un poliziotto senza nessun apparente motivo.

 

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Il film ripercorre le ultime 24 ore di Oscar a partire dalla mattina del 31 dicembre, tra l'altro giorno del compleanno della madre, illuminandone la quotidianità e la routine di tutti i giorni, tra gli affetti della famiglia e i piccoli e i grandi ostacoli di sempre, oltre alla volontà di migliorare la propria vita, e in questo frangente il regista è bravo a coglierne l'intimità e il realismo della vicenda e a far emergere il profilo del protagonista, con un'esistenza complicata e con un passato non facile di cui si vuole sbarazzare.


Coogler riesce a raccontarne la storia con uno stile diretto, asciutto e privo di enfasi, e senza neppure essere eccessivamente provocatorio (cosa non facile dato l'argomento, basti immaginare cosa ne sarebbe saltato fuori in mano a Spike Lee, ad esempio) e dove cede qualcosa è probabilmente nell'eccesso di rispetto verso lo sfortunato protagonista ma dimostrandosi comunque abbastanza intelligenza e sensibile da trattare l'argomento come una tragedia umana e a non trasformarlo invece in un comizio politico: qualunque sia la pregiudiziale della sparatoria, infatti, Coogler si rifiuta di trasformare l'incidente (e il suo film) in una dichiarazione di guerra.


Questo perchè alla base del film c'è anche un intento forse ancora più nobile e in risposta ad un fenomeno molto più contemporaneo: la volontà di restituire una dimensione vera e concreta a una persona, personaggio sfocato e distante, impersonale nelle riprese documentate dai vari telefonini delle persone presenti al momento dell'omicidio, evidenziandone ulteriormente l'ingiustizia e la tragicità della morte e ricostruendone la dignità in quanto persona reale e "viva" e non come l'ennesimo e indistinto personaggio di cronaca "usa  e getta" di un qualsiasi notiziario TV.

Molto buono il casting, quasi completamente di colore (Octavia Spenser, Melonie Diaz, Ariana Neal, Keenan Coogler, Liisa Cohen, Kevin Durand, Chad Michael Murray), e superlativo il protagonista, Michael T. Jordan, che conferma le ottime premesse iniziali promuovendosi come sicuro protagonista per il futuro.

 

VOTO: 7

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