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Gigolò per caso

Regia di John Turturro vedi scheda film

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La recensione su Gigolò per caso

di mm40
4 stelle

Un libraio in pensione e un fioraio part time si inventano una professione: il primo trova le clienti, il secondo le soddisfa come gigolo. Ma di mezzo ci si mettono una bella vedova dai principi moralisti e un violento vigilante innamorato segretamente di quest'ultima.

 

Che la regia e la sceneggiatura per Turturro siano uno sfogo estemporaneo non è solamente un dato statisticamente comprovato (5 film scritti e diretti in poco più di vent'anni, da Mac del 1992 a questo Gigolo per caso), ma è un fatto purtroppo comprensibile anche dalla diretta visione di questa pellicola. Un lavoro sciatterello come regia e pure peggio come scrittura, che si perde ripetutamente fra dettagli insignificanti e che talvolta punta dritto alla gag (complice, evidentemente la presenza in scena di Woody Allen, da sfruttare in ogni modo possibile) facendo un perfetto buco nell'acqua. Certo, non mancano i momenti del tutto godibili, nè quelli parzialmente apprezzabili, ma la sensazione di fondo che rimane al termine della visione di Gigolo per caso è quella di avere assistito a un paio di mediometraggi mescolati assieme (un uomo senza lavoro si reinventa gigolo; una vedova piacente e moralista divisa fra due uomini) senza tanta convinzione e cercando di utilizzare la comicità come collante, o per lo meno come mezzo di distrazione dalle falle della sceneggiatura. Il peso di Allen è oltrettutto - come già rilevato - determinante e questo fa sì che l'opera strizzi l'occhio più volte al cinema di Woody (dalle battute sugli ebrei, materiale comunque non nuovo per Turturro, fino al marciume e alla depravazione altoborghesi; ma non si sottovaluti la coppia di soprannomi Dan & Virgil...): bene per gli amanti del genio di Manhattan, già meno per l'originalità del lavoro in sè; accanto ai due citati interpreti vanno comunque rilevate le presenze di Sharon Stone (bomba sexy a 55 anni: i migliori complimenti!), di Vanessa Paradis, di Sofia Vergara e di Liev Schreiber, tutte parti ben assestate (se si eccettua il disgraziato doppiaggio di Pino Insegno, troppo esuberante e personale, per quest'ultimo). Carina in ogni caso la scelta adottata per il finale. 4/10.

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