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L'evocazione - The Conjuring

Regia di James Wan vedi scheda film

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La recensione su L'evocazione - The Conjuring

di mc 5
6 stelle

C'era in giro un clima di grande attesa da parte degli appassionati di cinehorror, nei confronti di questo film che, nel paese di produzione, gli USA, pare abbia raccolto al botteghino incassi rilevanti. Non è semplice capire se tanta attesa sia stata ripagata. Diciamo che nel complesso la pellicola funziona, riesce a creare un clima teso e opprimente e racconta una storia che tiene desta l'attenzione, pur ricorrendo ad uno stile decisamente tradizionale, avendo peraltro buon gioco nello sfruttare quella che è considerata l'età dell'oro per l'horror hollywoodiano, vale a dire gli anni 70. Qualcuno, con piena ragione, lo ha definito "horror demoniaco old fashion". Il regista, James Wan, non fa che inseguire tutti i più noti ed abusati stereotipi horror, con la mano ferma di chi conosce trucchi ed espedienti classici. Questo cineasta, d'origine malese, ebbe il suo momento "luminoso" dirigendo il primo episodio della saga di "Saw", dopodichè realizzò film irrilevanti molti dei quali finirono direttamente sul mercato home-video, se si esclude "Insidious" che nel 2011 incassò molto bene pur essendo film assai dimenticabile (Wan sembra avere il chiodo fisso delle case infestate). Sembra un film fatto apposta per raccogliere i consensi del pubblico massificato delle multisale, proprio per quella innocua confezione di classic horror, di quelli che sono esattamente come te li immagini, senza snodi imprevisti, e che dunque fila via liscio come l'olio, con un'unica mission, quella di raccontare una vicenda tratta -manco a dirlo- dalla solita "storia vera", e che ciascuno è libero di giudicare inquietante e paurosa oppure soltanto ridicola. Il punto centrale è: il regista (e i due autori) sono riusciti a raccontarci una storia di fantasmi ed incubi superando una soglia minima di credibilità artistica? La risposta non è facile e forse neppure univoca. Diciamo che Wan porta a casa il risultato ma con l'impressione di aver voluto "vincere facile", puntando solo sul classico. Come prima accennavo, se si pensa ad un pubblico di bocca buona, che vuole un prodotto moderatamente disturbante secondo canoni prevedibili, allora siamo a posto. Ma quanto a soluzioni sfiziose in ambito di cinema di genere, allora la delusione regna sovrana. I riferimenti che appaiono qui masticati e digeriti sono molteplici. Da Poltergeist a L'Esorcista, da Gli Uccelli a la Bambola Assassina. Tutte opere evocate esplicitamente, talvolta anche con certa enfasi citazionista. Per tacere poi del cult "Amityville horror", cui questo film è legato a filo doppio, dato che ne condivide la presenza dei due protagonisti, la celebre coppia di demonologi, i coniugi Ed e Lorraine Warren. Il film pone al centro di tutto l'eterna lotta tra Bene e Male, condotta pervicacemente dalla coppia, messa a dura prova dall'Entità Maligna, offrendo l'unico motivo d'interesse nel premere il pedale sul valore della fede cattolica, come unica antagonista riconosciuta del potere del Male. Dal film esce infatti trionfante la luce di "Eroi cattolici" che avvolge Ed e Lorraine. Certo, vengono evidenziate alcune resistenze iniziali della Chiesa di Roma ma alla fine arriva l'approvazione del Vaticano ad ufficializzare il tutto. Un film, dunque, dai risvolti un pò bigotti? Sarebbe incauto affermarlo, ma un fondo di verità c'è. Infatti notiamo che la famiglia protagonista, simpaticamente laica, viene dapprima quasi colpevolizzata dai due demonologi per non aver fatto battezzare i figli. Inoltra fa sorridere l'atteggiamento paternalista di Padre Jordan, il quale in un primo tempo nicchia, affermando che "non si tratta di una famiglia vicina alla Chiesa"...ma siccome è un caso eccezionale, beh, "si può fare". Senza contare poi la soddisfazione evidente di Ed quando apprende l'approvazione da parte del Vaticano. Mentre la famiglia Perron viene descritta con toni forse troppo enfaticamente "disturbati", eccedendo in sbroccamenti vari e visioni deliranti, ma tutto sommato funzionali ai luoghi comuni che la storia richiede, i due coniugi "detectives dell'incubo" invece, in certi momenti ci fanno la figura di due babbei, bigotti e forse anche un pò svenevoli nei loro infiniti tormenti interiori. Eppure il film funziona con qualche dignità. E c'è un motivo, c'è qualcosa che fa la differenza. Ed è il talento degli attori, tutti molto bravi nel mettersi con diligenza al servizio di un copione talmente scontato da sfociare spesso nel ridicolo. Innanzitutto i due protagonisti: la splendida Vera Farmiga e il sempre più bravo Patrick Wilson (e qui non vorrei essere frainteso: ho scritto che le caratterizzazioni della coppia sfiorano il ridicolo, ma i due attori -nonostante tutto- sono ineccepibili e danno il meglio). Da segnalare inoltre una magnifica Lili Taylor, bravissima nell'esprimere le varie sfumature di una premurosa madre di famiglia, tormentata dalla "creatura" infernale che la possiede, tra le migliori "indemoniate" mai viste sullo schermo. E infine, dopo tante critiche, una piccola nota positiva. Se l'ambientazione del film poteva essere sfruttata molto meglio (una cittadina del Rhode Island, America primi anni 70), però qualcosa di vintage ogni tanto affiora, e allora sono bei momenti, specie se sono supportati da un pezzo sensazionale e notissimo come "Time of the season" dei gloriosi Zombies, o la deliziosa "Sleep walk" cantata da Betsy Brye.


Voto: 6 e 1/2

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