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Quartieri alti

Regia di Mario Soldati vedi scheda film

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La recensione su Quartieri alti

di mm40
5 stelle

Un aitante giovane è mantenuto da una ricca signora più grande di lui; quando si innamora di una coetanea è costretto a tenere nascosta tale relazione. Ma la verità viene a galla e lui non ha dubbi su chi scegliere fra le due.

Il precipitare degli eventi in piena seconda guerra mondiale costrinse Mario Soldati e la sua troupe a fermare le riprese quasi subito e a riprenderle non appena la situazione risultò placata; Quartieri alti esce perciò nel 1945, ma la sua lavorazione ha origine almeno un paio di anni prima. Solo in apparenza si tratta di un tipico melodrammone del periodo, anche se in tal senso remano le forti implicazioni sociali e un lieto fine riparatore che non fa comunque dimenticare la disperazione contemporanea; tratto da un racconto di Ercole Patti il film ha una sceneggiatura firmata dallo stesso Patti e da Soldati, oltre che da Steno e da Renato Castellani: quattro nomi di tutto rispetto. E infatti nella pellicola il tono lirico lascia spesso spazio a punte ironiche (la preparazione della ‘sceneggiata’ dei genitori) o quantomeno più leggere e anche la critica sociale affiora in maniera evidente. Fra gli attori spicca un giovanissimo, ma incisivo protagonista: Massimo Serato, classe 1916 e pure già piuttosto noto; altri interpreti di rilievo: Adriana Benetti, Enzo Biliotti, Giulio Stival, Gina Sammarco, Nerio Bernardi e Maria Melato. 5/10.

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