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Benvenuto presidente!

Regia di Riccardo Milani vedi scheda film

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La recensione su Benvenuto presidente!

di mc 5
8 stelle

Voto: 9
La prima cosa a cui uno pensa sono i grillini, e la loro fissa moralizzatrice. E invece questo è tutto fuorchè un instant-movie. Non foss'altro perchè il suo autore, il bravo sceneggiatore bolognese Fabio Bonifacci ha iniziato a scriverlo tre anni fa. Poi, diciamo che il film si collega alla nostra attualità politica non in senso strettamente realistico, ma piuttosto in quanto riesce ad intercettare sentimenti diffusi ed inquietudini che un pò tutti stiamo condividendo in questi giorni. Personalmente, sono rimasto spiazzato: mi aspettavo una commediola ruffiana e qualunquista su misura per le mandrie da multisala, e invece ho trovato un'opera fresca e piacevolissima, nonchè dotata di sufficienti dignità e intelligenza. Superfluo dire che un buon 80% del lavoro si regge sulle spalle di un Claudio Bisio stratosferico, attore ormai dotato di una gamma infinita di sfumature, posture, fisicità e capacità espressive. Lo affianca una Kasia Smutniak della quale è imbarazzante affermare se sia più bella o più brava, data la sua indubitabile (e continua) crescita professionale. Ma è tutto il cast ad essere caratterizzato da scelte felicissime. E questo è un punto importante per uno come me che ama il lavoro degli attori. Che dire infatti di un caratterista formidabile come Franco Ravera, nei panni del pingue Luciano? O del magnifico e sempre autorevole Omero Antonutti? Poi ci sono dei ruoli davvero sfiziosi, affidati ad attori in grado di sostenere personaggi oscuri, viscidi ed ambigui: mi riferisco a Massimo Popolizio (clamoroso!!), Beppe Fiorello e Cesare Bocci, nei panni di tre loschissimi politici pronti a tutto, tanto hanno la faccia come il culo. E concludo con un incredibile Gianni Cavina nel ruolo di un viscidissimo depistatore mercenario che mette i brividi allo spettatore. Un film divertente e popolare ma che sa anche sorprendere con trovate sfiziose, alcune delle quali sono evidenti, come ad esempio il modo in cui vengono fisicamente rappresentati i "poteri forti" (non scenderò in dettagli per non rovinare la sorpresa). Ma poi ci sono le sfiziosità quasi nascoste, quelle per intenditori: sono rimasto senza parole nel sentire ripropormi una vecchissima (e da me a suo tempo molto amata) canzone dei Giganti che si chiama (ma pensa te) "Io e il presidente".

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