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Admission - Matricole dentro o fuori

Regia di Paul Weitz vedi scheda film

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La recensione su Admission - Matricole dentro o fuori

di zombi
6 stelle

non conosco tina fey, non ho mai visto 30 rock, saturday night live e nemmeno la sua imitazione di sarah palin che si dice fenomenale. insomma conosco il fenomeno tina fey. il film admission, tradotto stupidinamente matricole dentro o fuori manco fosse un porky's fuori tempo massimo, è uno di quei tipici film americani che uno guarda perchè se lo ritrova nella chiavetta usb e ritrovandosi malaticcio in un sabato sera di inzio primavera, sdraiato sul letto, col laptop sulle gambe guarda il suddetto lungometraggio senza cedimenti di palpebra(bisogna dargliene atto)ma guardando di tanto in tanto l'ora perchè sembra effettivamente troppo lungo per lo scopo che deve svolgere. 107 minuti sono davvero tanti, ma questo film su princeton e sulle ammissioni al prestigioso college che è sceso al secondo posto e su una delle due esaminatrici che teoricamente dovranno giocarsi il ruolo di preside(o direttore.... boh?)tutto sommato si porta via. si toccano tutti i clichè di certa commedia. dall'introduzione e conoscenza dei personaggi s'inquadra la protagonista e la sua vita, apparentemente arrivata al suo massimo e stabilità e in realtà fatta di tali e tanti compromessi, da risultare quasi un placebo dello xanax per non affrontare la realtà e svoltare di brutto con la testa. col personaggio di paul rudd subentra l'imprevisto che deve destabilizzare il personaggio della fey e il racconto risvegliando lo spettatore da un certo torpore nello svolgimento. ovviamente c'è una mamma sui generis(lily tomlin)col quale fare i conti prima o poi e inutile aspettarsi altro, pure un lieto fine. credo tra l'altro che lo sviluppo sia giusto così in questo genere di film. uno lo va a vedere cercando e aspettandosi di vedere proprio ciò che vede. come quando riprendi in mano totoro o louis de funes e il nonno surgelato perchè vuoi proprio vedere quello che scegli. e il film è costruito intorno alla figura di tina fey, comica affermata che qui non fa la comica, ma utilizza la sua immagine e la sua fama per costruire un interesse intorno all'operazione, che possiamo tranquillamente chiamare film, visto che probabilmente grandi incassi non deve averne fatti(e di sicuro non ce li si aspettava). e sotto questo aspetto vince e ha attratto il mio interesse, poichè in questo tono dimesso, recitando in sottrazione, mi ha fatto venir voglia di guardarla soprattutto quando gioca con le smorfie e i tic della persona sotto stress che sta per esplodere. gli altri le si adeguano attorno e addosso da paul rudd padre schizofrenicamente felice, lily tomlin madre schizofrenicamente emancipata da qualsiasi ruolo, michael sheen compagno schizofrenicamente supposto e personaggio sketch schizofrenicamente imbecille. niente di eclatante, me nemmeno una totale perdita di tempo.

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