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Enigma rosso

Regia di Alberto Negrin vedi scheda film

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La recensione su Enigma rosso

di undying
6 stelle

Terzo e ultimo capitolo della serie "Schoolgirls in peril", sceneggiato in parte anche da Massimo Dallamano, diretto da Alberto Negrin. Praticamente un remake vero e proprio di Cosa avete fatto a Solange? (1972).


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Nelle acque di un fiume viene rinvenuto il cadavere di una sedicenne, Angela Russo. Le analisi sul corpo indicano che la causa della morte è da imputare a un'emorragia, provocata dalla lesione di organi interni a seguito di un brutale stupro. Del caso si occupa l'ispettore Di Savio (Fabio Testi), che inizia a indagare all'interno del collegio Santa Teresa d'Avila, frequentato dalla vittima. Sconvolto, ma deciso ad individuare l'assassino al punto di trascurare la fidanzata Cristina (Christine Kaufmann), Di Savio si dedica senza sosta alle indagini. Scopre che le amiche, anche compagne di scuola, di Angela appartengono a un gruppo di studentesse coinvolte in un giro di prostituzione minorile. Nel frattempo qualcuno prende di mira alcuni individui, uccidendo nell'ordine: Paola (Carolin Ohrner), una compagna scolastica di Angela; un ginecologo coinvolto in aborti clandestini; Parravicini (Jack Taylor), il titolare di un negozio di abbigliamento frequentato dalle allieve. Il responsabile degli omicidi - vittime testimoni legati al giro di prostituzione - sembra essere un personaggio influente, addirittura appartenente alle forze di polizia.

 

"Corri verso la morte
la morte ti viene incontro
e tutti i tuoi piaceri
sono come tanti ieri.

(firmato) Nemesys"

(Messaggi anonimi ricevuti dalle amiche di Angela)

 

Fabio Testi, Christine Kaufmann

Enigma rosso (1978): Fabio Testi, Christine Kaufmann

 

L'ultimo capitolo della trilogia avviata da Massimo Dallamano [1], è quello meno riuscito. Probabilmente a causa di una sceneggiatura che ha subìto svariati rimaneggiamenti, nonché al conseguente cambio di regia dovuto alla prematura scomparsa di Dallamano, deceduto nel 1976 in un incidente automobilistico. La produzione è frutto di una collaborazione tra Spagna, Italia e Germania, mentre la regia è assegnata ad Alberto Negrin, precedentemente coinvolto nella realizzazione della fortunata mini serie Tv dal titolo Lungo il fiume sull'acqua (1973). Negrin, per quanto abile e tecnicamente preparato, si trova così a dirigere l'unico lungometraggio della sua carriera, per il resto limitata a lavori (circa 35) destinati unicamente al piccolo schermo. Enigma rosso, nella manciata di titoli ispirati da Cosa avete fatto a Solange? [2], è quello che più si avvicina alla definizione di remake vero e proprio, con principale variante nel personaggio interpretato da Fabio Testi, attore presente in entrambe le pellicole: qui è un ispettore di polizia, mentre nel film di Dallamano indaga ricoprendo il ruolo di un professore. Girato interamente in Spagna, con maggioranza di maestranze locali, Enigma rosso non a caso presenta nel cast anche Jack Taylor, attore americano espatriato e volto presente in una lunga serie di pellicole (spesso horror e gialli) di matrice iberica. Le presenze di Christine Kaufmann (interpreta Cristina, la fidanzata di Di Savio), Helga Line e Carolin Ohrner coprono la quota di partecipazione tedesca; Fabio Testi, Bruno Alessandro e la piccola Fausta Avelli (la sorella di Angela, destinata a farsi notare per un finale inatteso e piuttosto originale), rappresentano la minima percentuale italiana. Non indifferente il contributo di Riz Ortolani, compositore della colonna sonora realizzata, originariamente, per Si può essere più bastardi dell'ispettore Cliff? (Massimo Dallamano, 1973). A livello tecnico, il film è da considerarsi in maggior parte opera di maestranze spagnole. Il paragone con Cosa avete fatto a Solange? sarebbe impietoso, dato che in questo caso la storia procede in maniera poco chiara e, nonostante il buon lavoro di Negrin, le componenti estreme (sex & violence) non possono, nemmeno lontanamente, competere con quelle presenti nel capolavoro di Dallamano. Enigma rosso rimane un giallo vagamente argentiano realizzato ormai fuori tempo massimo, quando i migliori esemplari del filone avevano già detto (e dato) il meglio che il genere potesse esprimere. Merita comunque d'essere visto per la bella fotografia (opera di Eduardo Noè), le suggestive location iberiche, la presenza d'interpreti professionali e carismatici (Fabio Testi) e una storia che, nella sua semplicità, riesce sempre a creare un forte senso di disagio, facendo sentire lo spettatore impotente di fronte al deplorevole comportamento tenuto da certi individui verso giovani, innocenti e sfortunate creature.

 

scena

Enigma rosso (1978): scena

 

Curiosità

 

Le lettere ricevute dalle amiche di Angela, ritenute da un anonimo responsabili della sua morte, recitano:
"Corri verso la morte
la morte ti viene incontro
e tutti i tuoi piaceri
sono come tanti ieri.

(firmato) Nemesys". 

Si tratta di versi in realtà ispirati dagli scritti del poeta londinese John Donne.

In sceneggiatura compare anche il nome di Franco Ferrini, in seguito abituale collaboratore di Dario Argento. Forse da questa esperienza deriva l'idea alla base del giallo, con presenza di una piccola assassina, poi diretto come regista (Caramelle da uno sconosciuto, 1987).

L'incipit con cadavere avvolto nel telo di plastica, rinvenuto ai margini di un fiume, è pressoché analogo a quello del successivo serial televisivo Twin peaks (1990).

 

scena

Enigma rosso (1978): scena

 

Parola di Alberto Negrin [3]

 

"(Enigma rosso) ha avuto, anche da un punto di vista degli sceneggiatori, un passaggio di varie versioni. All'origine doveva essere un film di Dallamano, dopodiché, non so per quale motivo non l'ha fatto, me lo hanno proposto. Era uscito Lungo il fiume sull'acqua e avevo fatto altre cose per la televisione con storie molto simili. All'inizio mi sembrava un'operazione non nobile, ero convinto che stavo facendo un film di consumo. Questo è rimasto il mio pensiero, anche a distanza di anni (...) Di quel periodo, in particolare i film di Dallamano, sono considerati in maniera particolare e vengono tenuti in considerazione (...) Mi ricordo che Enigma rosso lo abbiamo fatto in maniera molto artigianale: non avevamo un costumista, per i costumi andavamo in un supermercato, alla rinascente spagnola (lo abbiamo girato tutto a Madrid), andavamo in questi grandi negozi a cercare i vestiti per gli attori; la pellicola arrivava in scatole contate. Il film è stato fatto in questo modo, economicamente in maniera molto contenuta, povera quasi. All'epoca io sapevo che il film era un pò del genere di quelli che aveva già fatto Dallamano. Cosa avete fatto a Solange? - che era un suo film - ha avuto un grande successo, ma io non l'avevo visto. Ho saputo dopo, da certi critici e dagli spettatori, che esiste un film molto simile, con ambientazione in un collegio, le ragazze.... Non so se è stata una coincidenza o uno di quei tentativi dei produttori - visto che un film ha avuto successo - di farne uno simile. Credo che fosse più questa seconda ragione, piuttosto che una coincidenza. Il cast è stato il risultato di una coproduzione. C'erano Ivan Desny e Christine Kaufmann, per la Germania; per l'Italia, Fabio Testi e per la Spagna tutta l'ambientazione, moltissima parte della troupe, tutte le ragazze del college. Dall'Italia sono arrivati Fabio Testi, Bruno Alessandro e la bambina Fausta Avelli (...) Fabio Testi era abbastanza alla mano, nonostante fosse una star all'epoca. Era molto diretto, non si dava nessuna aria, era molto disponibile. Fabio Testi,  più che altro, faceva sempre se stesso: il suo viso, la sua fisicità che predominava sul resto. Ha fatto il suo lavoro in maniera assolutamente giusta. Di tutti quelli del cast, il più grande interprete credo che fosse Ivan Desny (...) Mi è stato detto che io, nel film, facevo una parte, ma questo non me lo ricordo. È una cosa che ho cancellato. Io ho fatto qualche volta piccole parti. Ero al mare in vacanza all'Isola del Giglio, avevo diciotto-diciannove anni, facevano un casting per cercare un ragazzo; facevano questa storia d'amore ambientata nell'isola. Alla fine hanno scelto me, ed ero il protagonista assoluto di questa storia. Si intitolava L'isola, di Roberto Pandolfi, un regista che lavorava per la RAI, fratello del ministro Pandolfi. Aveva una casa all'isola, stava facendo questo film. Non l'ho mai visto e non so nemmeno quando è uscito. La diga (in Enigma rosso, n.d.r.) era a Madrid, tutto era ambientato in Spagna. Il college era un bellissimo palazzo di fine Ottocento, a Madrid. (...) Non ho memoria di tagli al montaggio, del tipo 'questo non si può far vedere'. All'epoca il nudo era molto diffuso in quel tipo di cinema, perché faceva parte dell'interesse del pubblico, un pò morboso. Non andò bene, assolutamente, mi ricordo delle critiche durissime e solo qualcuna positiva. Mi ricordo una critica, di Morando Morandini, molto negativa. Un certo tipo di critica considerava questo tipo di cinema trash, spazzatura, cinema che non andava fatto. Si considerava solo il cinema come arte, Settima Arte: se non era Visconti o Fellini, il resto era spazzatura. Come molti film di Franchi e Ingrassia, di Totò, che poi però sono diventati cult. Un titolo provvisorio del film era 'Anelli concentrici di paura', poi è cambiato ed è diventato Enigma rosso. In certi paesi è stato tradotto come Virgin terror - Terrore delle vergini - o Rings of fear (Anelli di paura)."

 

Fabio Testi

Enigma rosso (1978): Fabio Testi

 

Visto censura [4]

 

In data 12 agosto 1978, Enigma rosso passa in censura, ottenendo il nulla osta n. 72270. Vengono imposti solo un breve taglio (4 metri) e il divieto ai minori di 14 anni. Metri di pellicola: 2300 (pari ad 84') [5].

Dal verbale allegato alla nulla osta:

"La Commissione, visionato il film, propone agli stessi di effettuare il taglio delle sequenze in cui un fallo di legno viene ripetutamente passato sul viso e sul corpo della ragazza. Effettuati i tagli per complessivi mt. 4,80, la Commissione esprime parere favorevole al rilascio del nulla osta di proiezione in pubblico con il divieto di visione ai minori degli anni 14, in considerazione della tematica e di ripetute scene volgari, non adatte alla particolare sensibilità dei predetti minori."

 

 

NOTE

 

[1] Trilogia nota a livello internazionale come "Schoolgirls in peril", avviata con Cosa avete fatto a Solange? (1972) e proseguita dallo stesso regista con La polizia chiede aiuto (1974).

 

[2] Oltre alla trilogia citata, sono da segnalare: ...a tutte le auto della polizia... (Mario Caiano, 1975) e Morte sospetta di una minorenne (Sergio Martino, 1975).

 

[3] Dall'intervista ad Alberto Negrin contenuta in "Anelli concentrici di paura", extra compreso nel DVD "Cinekult", a cura di Davide Pulici.

 

[4] Dal sito "Italia Taglia".

 

[5] Se il dato riportato nel verbale del V.C. è corretto, la versione del DVD Cinekult risulterebbe integrale: il passaggio audiovisivo dalla pellicola 35 mm al DVD implica una riduzione di tempo pari a circa 4 minuti.

 

scena

Enigma rosso (1978): scena

 

"Questa è una donna di strada: acqua sporca, fetida, che si offre a coloro per i quali la sete è più forte della ripugnanza."

(Lev Tolstoj)

 

F.P. 14/05/2022 - Versione visionata in lingua italiana - DVD Cinekult (durata: 80'26")

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