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Una 44 Magnum per l'ispettore Callaghan

Regia di Ted Post vedi scheda film

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La recensione su Una 44 Magnum per l'ispettore Callaghan

di Donapinto
7 stelle

Nella citta' di San Francisco alcuni noti delinquenti vengono assassinati da un agente della stradale in motocicletta. Callaghan (Clint Easthwood) indaga e scopre che all'interno del corpo di polizia agisce uno squadrone della morte.                                                                                                         Premetto subito che pur essendo un appassionato di noir e polizieschi, non sono un fan dell'ispettore Callaghan, personaggio che esalta la figura del "poliziotto giustiziere", che ha poi, haime', ispirato e dato vita ai personaggi dei nostri mediocri poliziotteschi nostrani interpretati da Maurizio Merli e Luc Merenda. Anche il Doyle interpretato da Gene Hackman si muoveva sugli stessi passi di Callaghan, ma la pellicola di Friedkin aveva dalla sua una messa in scena impeccabile e una citta' come protagonista. Per il secondo capitolo delle imprese di Harry la carogna, la regia passa dal talentuosissimo Don Siegel al piu' anonimo Ted Post, onesto mestierante proveniente dalla TV, ma che sa il fatto suo e con alcune pellicole tutt'altro che disprezzabili all'attivo. Per quanto mi riguarda il cambio in camera di regia non nuoce al film, anzi ritengo che questo capitolo sia anche superiore al primo, perlomeno piu' umile e meno pretenzioso, con una storia forse non originalissima ma resa molto bene in immagini. La sceneggiatura, scritta dai talentuosi John Milius e Michael Cimino, si ispira probabilmente a LA POLIZIA RINGRAZIA di Stefano Vanzina, uscito solo un anno prima e come dice Easthwood in una battuta del film, ai fatti di cronaca sugli squadroni della morte presenti in Brasile, specie in quegli anni. Dunque il tema affrontato e' quello della giustizia fai da te', che potrebbe portare all'infinito qualsiasi dibattito. UNA 44 MAGNUM PER L'ISPETTORE CALLAGHAN pur essendo girato a tratti con uno stile televisivo, resta un poliziesco solido ed efficace, con un protagonista piu' ironico e umano rispetto al Callaghan misogino e misantropo del primo episodio, sempre solitario intendiamoci, ma che non disdegna assolutamente le attenzioni della sua giovane vicina di casa dagli occhi a mandorla. Il film si fa ben notare per le scene d'azione, specie per quella al porto contro il boss Palancio e la sua banda, ma in particolare quando uno di questi poliziotti "giustizieri" uccide un magnaccia di colore reo di aver brutalmente assassinato la prostituta di sua "proprietà". L'individuo viaggia a bordo di un'auto pacchianissima e di pessimo gusto. Gli si mette alle costole un agente in motocicletta. Una volta fuori citta' e in una zona isolata, l'agente lo fa accostare, chiedendogli poi i documenti in quanto ha superato il limite di velocita'. L'uomo senza guardarlo in faccia glieli mostra, ma con in evidenza una grossa banconota, ma il poliziotto in tutta risposta gli mostra la canna della sua pistola, facendo poi esplodere due colpi a bruciapelo sull'odiosissimo pappone. Ma neanche un poliziotto tutt'altro che progressista come Callaghan puo' tollerare certe cose, specie quando poi ci va di mezzo un suo collega ucciso perche' ritenuto un potenziale e scomodo testimone. Tra gli altri personaggi c'e' da segnalare l'ambiguo tenente Briggs, superiore di Callaghan, ottimamente interpretato da Al Holbrook, che non perde mai occasione di dare addosso al suo sottoposto per i suoi metodi poco democratici. Il bravissimo caratterista interpretera' un personaggio molto simile dieci anni dopo in CONDANNATO A MORTE PER MANCANZA DI INDIZI di Peter Yams, pellicola oltretutto molto affine a quella di Ted Post e altrettanto efficace. Tre anni dopo il mediocre James Fargo dirigera' CIELO DI PIOMBO: ISPETTORE CALLAGHAN, senz'altro il peggior episodio della serie. Meglio andra' nel 1983 con CORAGGIO...FATTI AMMAZZARE diretto dallo stesso Easthwood. L'ultimo capitolo sara' SCOMMESSA CON LA MORTE, diretto da Buddy Van Horn nel 1988 senza alcuna infamia, ma anche senza nessunissima lode.

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