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Le quattro giornate di Napoli

Regia di Nanni Loy vedi scheda film

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La recensione su Le quattro giornate di Napoli

di lamettrie
9 stelle

Decisamente un bel film: sincero, esattamente come è sincera la realtà che ne è raffigurata. Veri sono qui i napoletani, protagonisti di un’opposizione agli odiosi occupanti, opposizione che li mostra come verosimili personaggi da stimare, anche perché sono tutti personaggi reali, non costruiti ad arte: tutti personaggi con i loro limiti, le loro incertezze, le loro paure, il loro encomiabile coraggio spesso pagato con la morte in prima persona. Non c’è alcuna retorica in questo film, basato peraltro su fatti veri. Volesse il cielo che la popolazione partenopea, e del sud in generale (ma anche italiana, ancor più in generale) abbia costantemente questa volontà ferrea, di adoperarsi per il bene pubblico, e di opporsi ad ogni disonesto, politico o imprenditore che sia e potente che sia, a costo anche di notevolissimi sacrifici pagati di persona! In realtà questo è avvenuto solo in quei casi, mentre non è affatto avvenuto in centinaia di altri casi in cui ciò doveva accadere (come nella lotta contro la camorra…). Questo va detto perché altrimenti si indulge nella retorica, che infatti Loy mostra di avversare nel suo film, e che invece è stata complice di migliaia di orrori, che pressoché abitualmente sono accaduti nello stivale riguardo al senso dello stato e della personale dignità, in particolare al sud. Eppure tale retorica è stata tra le grandissime protagoniste nell’azione delle classi dirigenti italiane, e con danni gravissimi (meno che per tali classi dirigenti, che sulla menzogna grave hanno prosperato).

Tale danno enorme, quello della retorica, è scongiurato nel film dal dolore mostrato di tanti eroi, che vi sono andati incontro per necessaria vocazione del momento, come qualcosa di inevitabile al di là di tutti le possibile conseguenze negative, e vi sono andati incontro non certo per altro: non ultimo caso, quello ancor più commuovente del bambino, che si accompagna ai tanti bambini disastrati che lì sono encomiabili.

La regia e la sceneggiatura sono precisissime. La scenografia e la ricostruzione storica non fanno una piega. La recitazione corale è formidabile, così come forse si può avere solo a Napoli, dove attori davvero bravi spuntano quasi con naturalezza dai vicoli. Gian Maria Volontè giganteggia, ma chi gli sta attorno non fa certo una magra figura, anzi.

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