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Giraffada

Regia di Rani Massalha vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Giraffada

di laulilla
5 stelle

Un muro in Cisgiordania a Qalqilya che divide e strazia uomini, famiglie e animali...

La piccola città di Qalqilya, in Cisgiordania, sorge a ridosso di quel crudele muro che lo stato di Israele aveva costruito a partire dal 2002 e che aveva più volte ridisegnato allo scopo di evitare le infiltrazioni terroristiche, incurante di tagliar fuori dai collegamenti vitali le zone abitate dalla locale popolazione palestinese per lo più pacifica.

 

Qui è ambientato questo grazioso e drammatico film che, raccontando la storia di due giraffe, particolarmente amate da Ziad (Ahmed Bayatra), il piccolo figlio del veterinario dello zoo di Qalqilya, Yacine (Saleh Bakri), ci parla della situazione crudele e paradossale in cui sono costretti a vivere gli abitanti della zona, costantemente assediati dai blocchi militari che sorgono ovunque alle loro spalle.


Ziad si era preso cura di due meravigliose giraffe, Rita e Brownie, che vivevano in cattività, come tutti gli animali dello zoo (e come tutti i palestinesi di quella cittadina), fino alla morte drammatica di Brownie, il maschio della coppia che, fuggendo per il terrore durante un raid notturno israeliano, aveva sbattuto il capo contro il muro, lasciando per sempre Rita - gravida - diventata anoressica per il dolore.

Ziad aveva allora chiesto ad Allah di aiutare Rita offrendo, in cambio, il proprio digiuno sino a che la sua giraffa non fosse tornata a nutrirsi.

Si sviluppa da questa piccola storia, parzialmente vera, l’intero film, che è la narrazione delicata del rapporto d’amore fra il bambino e l’animale, ma anche della difficoltà dei rapporti fra Ziad e il padre Yacine - che è vedovo -  quando lo vede innamorarsi di  Laura (Laure De Clermont), bella giornalista francese che non riesce ad accettare.

 

Forse sono un po’ troppi i temi che si intrecciano nel film, soltanto parzialmente riuscito, perché il regista, palestinese di origine e cittadino francese per elezione, non sempre li domina con sicurezza.

 

Il risultato è una pellicola che, pur raccontando fatti importantanti e da conoscere, procede a rilento, soprattutto verso la metà.
Rimangono nella memoria, tuttavia, le descrizioni delle sofferenze degli abitanti dei territori, ben calate nelle piccole storie individuali, nonché la vicenda di Ziad e delle giraffe – narrata con poesia empatica che può piacere molto soprattutto se gli spettatori sono bambini.

 

 

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