Regia di Abdellatif Kechiche vedi scheda film
La giovane e bella Adele è alle prese con i tipici problemi propri della sua età: la scuola, le amiche, ma sopratutto l'amore. E' attratta da un ragazzo, e lui è attratto da lei. Fin qui nulla di particolare, ma all'improvviso nella vita di Adele piomba una ragazza dai capelli blu, e per Adele la vita non sarà più come prima.
Lo confesso. Prima di vedere questo film ero convinto di trovarmi di fronte alla solita melassa sentimentale-adolescenziale. Ma, per fortuna, mi sono dovuto ricredere
Vincitore della Palma D'Oro a Cannes, il film ha ottenuto comunque sia pareri molto contrastanti. Questi fattori uniti alla presenza di Léa Seydoux (giovane attrice che apprezzo molto) mi hanno convito a vedere questo film.
Non è il primo film che parla di questo argomento, e non credo che sarà l'ultimo data la popolarità di questo sottogenere, tuttavia La vita di Adele è un film che parla dell'omosessualità, ma lo fa con grande classe e, soprattutto, non lo fa con violenza o aggressività.
Se volessi riassumere il mio parere in una frase, definirei La vita di Adelecome un piccolo capolavoro di eleganza.
Questo è il motivo per cui sono rimasto molto soddisfatto del film, perché a differenza di altri filmetti che parlano del medesimo argomento con attori belli ma mediocri alla ricerca del guadagno facile, La vita di Adele parla dell'argomento attraverso una cosa che manca nei filmetti sopracitati: il cinema. Invece di avvalersi dei soliti dialoghi stupidotti tra adolescenti drogati, questo film si avvale di una bellissima fotografia, di attori bravissimi e di una regia non indifferente.
Ma ad essere criticate sono state le lunghissime e molto realistiche scene di sesso esplicito, che hanno fatto storcere il naso ai più sensibili. Senza dubbio queste scene sono molto forti e cozzano con il tono equilibrato dato al film, ma, personalmente, non ho trovato che queste scene danneggino il risultato finale, anzi ho trovato che queste scene accentuino di più il morboso e controverso rapporto instauratosi tra le due protagoniste.
Ma il merito della riuscita va al regista Kechiche, il quale ha saputo mettere in scena magistralmente un film molto difficile e che, nonostante i premi, gli ha fruttato non poche critiche.
In sostanza
Kechiche gira, senza dubbio, un film molto controverso, e, nonostante il "filone", anche molto anticonvenzionale. Resta il fatto che de La vita di Adelesi è parlato e si parlerà ancora moltissimo. Non perché sia un capolavoro, ma è senza dubbio uno dei film più coraggiosi degli ultimi anni.
Mensioni speciali per Léa Seydoux e Adèle Exarchopoulos, giovani attrici che bucano lo schermo e riempiono il cuore di chi le guarda recitare.
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