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Solo gli amanti sopravvivono

Regia di Jim Jarmusch vedi scheda film

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La recensione su Solo gli amanti sopravvivono

di mck
8 stelle

Ottima musica ovunque, nel mondo.

 

 

Low-Tech, Wi-Fi.
XXI secolo: i vampiri mordono la polvere mentre gli zombie hanno preso il sopravvento.

 


“Credo che il mondo abbia caos a sufficienza per riuscire a sopravvivere da solo.”

Giunta alla fine della corsa lungo il solco a spirale tracciato e inciso sul disco in vinile la punta della testina sul braccio del giradischi rileva e riproduce solo rumore bianco: è - col suo noi(o)s(o) ripetersi - un segnale discreto, una sveglia riguardosa, un allarme delicato, l’evoluzione dello scampanellante trillo del telefono che squilla sfidando le convenzioni temporali in “Once UpOn a Time in America” o dell’infinito scrollarsi di dosso l’acqua dal pelo che il cane effettua in loop reiterato ed insistito nel bellissimo ed inquietante trailer (Jesse Plemoms in surplace/understatement e David Thewlis e Toni Collette completamente svitati) di “I’m Thinking of Ending Things”, l’ultimo film in uscita di Charlie Kaufman che il regista e sceneggiatore ha tratto dall’omonimo romanzo d’esordio di Iain Reid. È il segnale che Mia Wasikowska ha combinato un casino.

 

 

E poi, chissà, se assieme a tutti quegli altri appesi al muro degli eroi/miti, anche Hedy Lamarr - la donna più bella del mondo e, da ex studentessa di ingegneria, gran guidatrice di siluri a distanza con George Antheil - fu (è?) una vampira?

 

 

- “L’82% del sangue umano è acqua. Hanno già iniziato [gli zombie, cioè noi; NdA] a fare le guerre per l’acqua, o le fanno ancora per il petrolio?”
- “Sì, le hanno appena iniziate.”
- “Lo capiscono sempre quando è ormai troppo tardi.”

Il problema delle microplastiche ingerite dagli esseri al vertice della catena alimentare, cioè – nella maggior parte dei casi (virus, batteri, vermi e larve a parte) – noi, è facilmente risolvibile non ingoiando la preda intera ma avendo cura di eviscerarla. Più complicato risulta ripulire il sangue dall’inquinamento chimico-industriale, e siccome nell’universo di “Only Lovers Left Alive” (il cui finale esplicita e realizza doppiamente il titolo) il True Blood di “True Blood” non è ancora stato inventato, occorre, a mali estremi, opporre estremi rimedi, e il sangue degli abitanti di Tangeri (o una delle Tripoli sparse in giro per - a est delle Colonne d'Ercole e, passando per le Bocche di Bonifacio e Scilla e Cariddi, ad ovest dei Dardanelli e del Bosforo - il Mediterraneo), allo stato delle cose, è ancora più pulito di quello degli abitanti di Detroit (Michigan, o Piemonte, Puglia...).

 


“Che opera d’arte è l’uomo! […] E, pur tuttavia, cos’è questa quintessenza di polvere?” - Citazione in leggera parafrasi di un passaggio del monologo del Principe di Danimarca nel castello di Elsinore durante la 2ª scena del II atto dell’Amleto.

Impersonati (Christopher Marlowe) o immortalati pronunciando il loro nome nei dialoghi o appendendo alla parete i loro ritratti a olio e fotografici in bianco e nero e a colori: J.S.Bach, Isaac Newton, Nikola Tesla, Franz Kafka, E.A.Poe, Samuel Beckett, Mark Twain, Luis Buñuel, Fritz Lang, Buster Keaton, Hedy Lamarr, Gialal al-Din Rumi, Marcel Duchamp, Emily Dickinson, Jane Austen, Oscar Wilde, John Coltrane, Thelonious Monk, Franz Schubert, Gustav Mahler, Henry Purcell, Tom Waits, Billie Holiday, Neil Young, Patti Smith, Geronimo, Toro Seduto, Alce Nero, Max Ernst, Bo Diddley, Mary Wollstonecraft, John Keats, William Blake, Nicholas Ray*, Claire Denis, Jimi Hendrix, Frank Zappa, Joe Strummer, Iggy Pop, Robert Johnson, Charley Patton, William S. Burroughs, Susan Sontag, Arthur Rimbaud, Charles Baudelaire, Aki Kaurismaki, J.-M. Basquiat, Robby Muller…

 

*Che avrebbe dovuto dirigere un film interpretato dai Rolling Stones e tratto da... "Only Lovers Left Alive", un romanzo distopico di Dave Wallis di metà anni sessanta, crasi fra "Lord of the Flies" e "A ClockWork Orange". 

 

 

E Guglielmo Scuotilancia, l’Immodesto.

 


“From Detroit to Tangier, travelling at night.”

Dall’infinita villeggiatura tangerina, una sorta di esteso anno sabbatico esotico ed ozioso, all’autoesilio in quel di Motor City, in ciò che resta dell’Arsenale della Democrazia (“Quando le città del Sud andranno a fuoco questo posto rifiorirà!”), a comporre musica ed assemblare mini-fearsome engine (Ah!, Tesla! Oh!, Lamarr!) retrofuturistiche e quasi steampunk, Jim Jarmusch con questo “Only Lovers Left Alive”, incastonato fra due gemme sui generis quali “the Limits of Control” (un’opera appostata sempre al vertice dell’attualità) e “Paterson” (quando “Broken Flowers” e “the Dead Don’t Die” risultano l’uno più classico, anche se “patersoniano”, e l’altro pienamente dentro/fuori l’espressione “di genere”, mentre il dittico “Dead Man”/”Ghost Dog” è un doppio giro di boa), restituisce ai vampiri la loro dignità polidori-lefanu-stokeriana.

 

 

“Oh, I love Jack White! Oh, Little Jack White!”

Tilda Swinton è il prepotente, indispensabile marchio del film, Tom Hiddleston ne è l’appropriato, complementare alone. Mia Wazikowska ("Alice in WonderLand", "RestLess", "Stoker", "Maps to the Stars", "Crimson Peak", "the Devil All the Time") ha fame e sete, Anton Yelchin (lo ricordo con “affetto” già dai tempi di “Huff”, poi: gli Star Trek della Kelvin TimeLine di JJ, “Dying of the Light” / “Dark”, “Green Room”) sfama e disseta. John Hurt (Sinful Davey, Alien, the Elephant Man, Heaven’s Gate, Osterman Weekend, Contact, the Limits of Control, Melancholia, SnowPiercer) è leggenda di sé, Jeffrey Wright è sempre certezza (anche in minore come in questa versione di Renfield/Watson servitore di Faust/Dracul) e Slimane Dazi è un caratterista di pura razza.

 

 

“But, to be honest, except for Smokey and Marvin, and of course the Temps, I was never really a huge Motown fan.”

Fotografia di Yorick Le Saux (Ozon, Assayas, Denis, Giannoli, Zonca, Guadagnino, Gerwig). Montaggio di Affonso Gonçalves (prima collaborazione con Jarmusch e da allora sempre al suo servizio). Colonna sonora - splendida, come al solito in Jarmusch - di Jozef van Wissem (col quale il regista ha collaborato in numerose occasioni dal PdV musicale), Sqürl (ovvero Jarmusch & Co.), Yasmine Hamdan (e con lei, un pensiero alle genti di Beirut e di tutto il Libano, in questi giorni), White Hills, etc… Sound Design di Robert Hein. Prodotto da Jeremy Thomas.

 

 

“Some nights stay up ‘til dawn, as the moon sometimes does for the sun.” - Rumi, XIII secolo.

Il principio di non-località (vale a dire le einsteiniane “inquietanti azioni a distanza”) impera, ovvero: lo spazio-tempo ha i giorni contati (nel frattempo, perché non godersela? Ché la felicità è conoscenza: tanto per i famelici ed insaziabili zombie sapiens effimeri quanto per i frugali e morigerati vampiri sapiens millenari).

 

 
“Forse il più esotico dei fenomeni si troverà nel più prosaico dei luoghi...” (George Musser - “Spooky Action at a Distance” - 2015 (Adelphi, 2019)]: Detroit, Tangeri, Ovunque nel Mondo, Davanti ai Nostri Occhi, o l’Amore…

E l’aereo io l'ho preso e ho fatto bene
Spago sulla mia valigia non ce n'era
Solo un po' d'amore la teneva insieme
Solo un po' di rancore la teneva insieme

 


* * * * (¼) - 8.25      

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