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Profondo rosso

Regia di Dario Argento vedi scheda film

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DeathCross

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Profondo rosso

di DeathCross
10 stelle

Rivisto dopo (troppi) anni.
Parto con una premessa personale: anche io, a dispetto del fatto che in italia pare che proprio questo sia il Film più celebrato di Argento, non ritengo "Profondo Rosso" l'Opera migliore del Regista, che per me rimane "Suspiria" (dove raggiunge il massimo della sua Sperimentazione audio-visiva), ma credo di preferire anche "Phenomena" e "Tenebre". Inoltre, rivedendolo, non ho potuto negare a me stesso di non apprezzare ogni scelta "al 100%", in particolare il doppiaggio perfetto di Hemmings: io avrei fatto doppiare l'attore stesso per mantenere l'accento inglese. Però questa era una prassi piuttosto comune nel Cinema di Genere italiano (e non solo) dell'epoca, dove infatti i Film erano spesso multilingua e, quindi, sarebbe impossibile definire una lingua originale precisa: in questo l'assenza dell'audio inglese nel dvd che ho preso, per quanto non "indecente" come con Film decisamente inglesi come "Diary of the Dead", mi lascia un po' l'amaro in bocca. Inoltre, le varie "imperfezioni" del Film, a cui aggiungerei certe ingenuità sulla presenza della sensitiva (ma in Argento la telepatia e il sovrannaturale non di rado sono visti come qualcosa di normalissimo), sono quegli elementi che ne rafforzano lo Spessore artistico: infatti io credo che i "difetti", lungi dal minare la Qualità di un'Opera (non solo cinematografica), sono l'indice della presenza di una Personalità autoriale dietro un determinato Lavoro, e secondo me tutti o quasi i massimi Capolavori contengono in sé "imperfezioni", che poi magari si rivelano essere non tanto frutto di distrazioni quanto scelte precise individuali. Quindi, quasi contraddicendo ciò che ho appena detto, più che di "difetti" oggettivi bisognerebbe parlare di "divergenze artistiche" tra l'Autore e l'individuo spettatore.
In ogni caso, tutta questa introduzione serviva a dire che, pur non considerando "Profondo Rosso" uno dei miei Film preferiti in assoluto né una delle Opere Argentiane da me più amate, dopo questa revisione confermo comunque che ci troviamo di fronte ad un Capolavoro imprescindibile del Genere (Thriller, Horror, Thriller-Horror, Giallo all'italiana o quel che preferiamo, alla fine non è secondo me il Genere specifico che conta ma lo Spirito "di Generi"). Ma non c'era certo bisogno di me per dire che "PR" è diventato, a ragione, un Classico del Cinema.
E qua giungo al punto in cui temo di avere grosse difficoltà, perché non saprei bene cosa dire senza cadere nella banalità o nel già detto. Butterò giù quindi le prime riflessioni che mi vengono in mente, quasi seguendo un "flusso di coscienza", tralasciando inevitabilmente argomenti anche importanti, sia "obiettivamente" sia "soggettivamente".
Parto dall'umorismo presente nel Film: lungi dal ritenerla una comicità "à la Bombolo", per me i siparietti ironici con Nicolodi (da un passaggio di montaggio si intuisce che c'è del sesso tra lei e il Protagonista, ma come Hitchcock Argento non ha bisogno di esplicitarlo per farlo capire) e con Pagni, oltre appunto ad alleggerire la tensione e l'efferatezza degli omicidi, è coerente con lo stile di Giallo che l'Autore aveva sperimentato nella Trilogia degli Animali, e che qui raggiunge la sua maturazione. Nei Thriller argentiani le indagini della polizia sono messe spesso, se non addirittura sempre (nei Film migliori almeno), in secondo piano, quasi snobbate, mentre il Regista si concentra sulle inchieste svolte personalmente da dilettanti. Per i "detective amatoriali" di Argento la Ricerca dell'Assassino non risponde ad un lavoro di tutela dell'ordine pubblico, e nemmeno si cerca di raggiungere una qualche forma di giustizia: questa Indagine, che troviamo anche negli Horror esplicitamente sovrannaturali come "Suspiria" e "Inferno", è invece una Sfida con sé stessi e sé stesse, che parte con uno spirito quasi ludico per poi approdare, inconsapevolmente, in una spirale irta di pericoli. Con leggerezza, i Protagonisti e le Protagoniste argentiani mettono in gioco la loro stessa vita, ma il rischio più grosso non è tanto (o non solo) diventare le nuove vittime dei misteriosi individui omicidi - e va detto che spesso altri personaggi "comprimari" cercano pure di indagare sugli omicidi finendo a loro volta uccisi - quanto "ereditare" la Follia omicida della killer ricercata/del killer ricercato. Non è un caso che qui, come anche nel successivo "Suspiria" o nel precedente "4 Mosche di Velluto Grigio" (ma se non ricordo male in moltissimi altri Film del Regista), i Titoli di Coda scorrano su un'immagine macabra, con il volto del Protagonista specchiato (come era specchiato il Volto dell'Assassina nella Memoria confusa di Marc/Hemmings) sul Sangue dell'Assassina: egli osserva il prodotto delle sue azioni (aveva infatti fatto partire l'ascensore, il cui moto poi ha provocato la decapitazione di Calamai, la cui collana era rimasta incastrata) sconvolto, mentre il Tema di Gaslini e dei Goblin "spietato" continua incessante. Un epilogo su carta "lieto" (l'Omicida viene sconfitta e il Protagonista si salva) ma messo in scena in modo da impedire ogni possibilità di catarsi, e questo a parer mio conferma l'artisticità, l'autorialità di "Profondo Rosso": impedendo la catarsi, infatti, si impedisce anche che l'Esperienza del Film si chiuda con il termine dei titoli di coda (o ancor prima, se si snobbano i crediti finali), la quale invece si trascina molto tempo dopo la conclusione della Visione, spronando l'individuo spettatore più attento a riflettere su ciò che ha appena visto, non tanto approdando a considerazioni socio-politiche (che però si possono anche trovare, ad esempio nell'Omosessualità di Carlo, vista senza negatività dal Protagonista e da Argento) quanto indagando sulla nostra esistenza, sul Timore della Morte, della Follia, sul Rapporto tra Verità e rielaborazione mentale della Verità ecc. ecc. 
Chiudo intanto qui, ma si potrebbe (e forse anche dovrebbe) parlare di molti altri aspetti, come il Tema tipicamente argentiano del Dettaglio "confuso" fondamentale per la risoluzione del Mistero (infatti le Indagini servono quasi esclusivamente a riportare a galla quel "maledetto" Dettaglio rivelatore, che svela la Soluzione), la Solitudine di Carlo (il Personaggio forse migliore del Film, sicuramente quello più sfaccettato e complesso) e il Rapporto difficile e drammatico tra Passione artistica e necessità di sopravvivenza, e così via.
In ogni caso "Profondo Rosso" resta sicuramente un'Opera d'Arte cinematografica di notevole impatto, molto più complessa e sfaccettata rispetto al "Thriller-Horror d'intrattenimento" che potrebbe sembrare ad una visione molto superficiale (e forse rispetto anche alle intenzioni stesse di Argento), con una Cura attentissima per la messa in scena, per la Fotografia, il Montaggio, la Musica ecc.
Un Capolavoro, da vedere e rivedere. Come dicevo sopra, dovrebbe essere quasi superfluo ripeterlo, ma purtroppo nella moda dilagante della decostruzione storica ritornano commenti superficiali su come Argento sia sempre stato un regista banale, su come "Profondo Rosso" sia bello solo per le Musiche e tante altre cazzate qualunquiste più da "cinefobi" che da "cinefili". Il mondo sarà anche bello perché vario, ma certe persone secondo me restano teste di cazzo, non perché non apprezzano certi Film (non apprezzare è soggettivo, e ci sta anche) ma perché pretendono di smontare certi Capolavori spacciando per "arguzia intellettuale" quella che in realtà è soltanto un accumulo di qualunquismo superficiale: infatti noto spesso che chi pretende di smontare certi Classici poi evita accuratamente di approfondire le proprie argomentazioni, magari contestando pure il concetto stesso di argomentazione approfondita.

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