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Profezia di un delitto

Regia di Claude Chabrol vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Profezia di un delitto

di luisasalvi
6 stelle

Un divertimento balneare, coerentemente ambientato a Jerba (con qualche uscita spettacolare sui chott) per una vacanza collettiva di tutta la troupe, piuttosto disimpegnata; ma, nei suoi limiti quasi programmatici, una commediola paradossale abbastanza simpatica, certo migliore di come è stata giudicata dai tanti che non ne hanno colto la vicenda e quindi neppure capito il senso paradossale.

Il film dichiara di voler “dimostrare” l’esistenza di veggenti, e ce ne presenta un esempio in Vestar (Fröbe), un anziano tedesco che assicura di aver percepito la presenza di un delitto, di cui non ha chiaro il colpevole né la vittima, “vede” solo vagamente l’ambiente tunisino in cui si trova ora, punti rossi contro il cielo e uno scialle stretto attorno a un collo. Lo dice a Edouard (Rochefort), incontrato per caso; questi, un ricco annoiato sfaccendato, è scettico, ma poi prende gusto alle convinzioni di Vestar e decide tacitamente di provocare il delitto. Nello stesso loro albergo (in cui Vestar fa il prestigiatore per guadagnarsi da vivere) sono anche in vacanza Sandry (Nero), tunisino che vive in Europa ma che torna ogni anno qui per visitare la vecchia madre, Sylvia (Sandrelli), sua moglie, irritata per queste obbligate noiose vacanze tunisine, e Martine, con cui Sandry aveva avuto un amore che ora vuole rinascere. Vestar vede passare a cavallo Sylvia e dice a Edouard di sentire che qualcuno ne sta desiderando la morte. In quel momento Sylvia cade a terra; i due la soccorrono, e Edouard decide che lei deve essere la vittima del delitto previsto da Vestar e cerca in tutti i modi di provocarlo, parlando separatamente ai tre protagonisti del triangolo delle previsioni di Vestar, arricchendole per conto suo e aggiungendo elementi che favoriscono lo sviluppo del dramma, l’incontro fra i due amanti, l’arrivo della moglie indignata, la reazione violenta di Sandry che la strangola con le mani (non con lo scialle?!), mentre Edouard è in ritardo nel cercare di far volare in cielo dei palloncini rossi, i punti previsti nella visione di Vestar… Intanto Sandry, sconvolto per ciò che ha fatto e di cui considera colpevole Vestar, corre da lui e lo strangola con una sciarpa (ora sì!), mentre finalmente Edouard ha ritrovato i palloncini e li ha liberati a volare in cielo. La profezia del delitto era vera e diversa da quella che Edouard avrebbe voluto provocare per cinico scetticismo: Sylvia, che avevamo creduto morta, riapre gli occhi, per la gag conclusiva…

Ambientazione turistica convenzionalmente gradevole; bravi, nei loro ruoli ambiguamente al limite fra dramma e paradosso giocoso, Rochefort e Fröbe; sempre entro questi limiti accettabili anche gli altri, e la regia, più che sufficiente se non se ne pretende una serietà di impegno che non era stata promessa né opportuna in un film balneare. 

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