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La Bella e la Bestia

Regia di Christophe Gans vedi scheda film

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La recensione su La Bella e la Bestia

di FilmTv Rivista
4 stelle

Un libro che si apre come una fiaba. Potrebbe essere il racconto omonimo di Madame de Villeneuve ma invece è solo il primo dei fuochi d’artificio che caratterizza questa “visione” di Christophe Gans, che guarda a Jean Cocteau ma si dirige invece verso Walt Disney, non trovando né la magia del primo né la favola del secondo. Dopo Il patto dei lupi, un’altra Bestia si affaccia nel cinema del regista francese. Ma se lì l’epoca di Luigi XV aveva un’adeguata resa spettacolare nell’incrocio della Storia con l’elemento fantastico, qui invece il film resta impantanato nella sua stessa smisurata ambizione. Ambientato nel 1810 durante il periodo napoleonico, dà maggiore spazio alla figura del padre di Belle, interpretato da André Dussollier, mentre appesantisce tutto il rapporto tra Belle e la Bestia, privato della leggerezza originale, infarcito di citazioni che passano anche per Edward mani di forbice di Tim Burton e per le candele che si illuminano sullo sfondo nero degli horror di Terence Fisher per la Hammer. Vincent Cassel gioca abilmente sul doppio principe/Bestia, Léa Seydoux esalta l’innocenza del suo personaggio ma non è mai vera apparizione. Ci sono tutti gli oggetti del melodramma: specchi, lacrime (sulla statua), e soprattutto occhi. Quelli che non infiammano e fanno apparire questa versione già superata mentre Cocteau è oggi, ancora più di ieri, all’avanguardia.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 8 del 2014

Autore: Simone Emiliani

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