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La Bella e la Bestia

Regia di Christophe Gans vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su La Bella e la Bestia

di alan smithee
7 stelle

Ad uno dei più americani tra i registi francofoni di oggi (che tra l'altro è nativo di Antibes, proprio a due passi da Nizza, la mia citta' cinematografica di adozione, come ormai qualcuno sa), spetta la non facile staffetta e sfida cinematografica di riaffrontare un adattamento irreale, ridondante e soprattutto gia' mirabilmente (se non ineguagliabilmente) affrontato in due occasioni, sia con attori in carne ed ossa ( mi riferisco alla versione di Cocteau), sia con l'animazione (penso al film Disney del '91).  Ora, scorrendo velocemente il poker di film girati sino ad oggidal regista qui impegato nell'impari sfida, francamente non ci si può fare un'idea di Gans come di un fine e raffinato poeta dell'immagine, quanto piuttosto non di più di un buon direttore di action ed horror, magari di routine, per quanto alcuni di originale ambietazione, ma mai vergognosamente banali o sciocchi. L'idea (geniale e salvifica) di trasformare senza remore la storia dell'amore contrastato tra la pura di cuore Belle e il mostro vittima di un incantesimo, in una vera e propria favola, tradizionale e che trasforma in immagine sontuosa una lettura sottoposta a due fratellini prima di farli  addormentare dalla loro mamma, permette a Gans di sfoderare, senza troppi problemi o complessi (di colpa, o di inferiorita'), tutta la sua verve spavalda di action director, forte anche di un budget corposo che gli consente di non badare a spese nello sfarzo scenografico e nella resa di effetti speciali da colossal hollywoodiano di prima grandezza. La vicenda della Bella è peraltro sviscerata in ogni suo più piccolo particolare e la vicenda, rispetto all'originale (comunque inimitabile ed irraggiungibile) di Cocteau, si snoda in un groviglio puntiglioso e ben narrato di vicende che pongono noi spettatori sullo stesso livello dei due bambini a cui viene raccontata la favola: ogni anche minimo particolare verrà svelato (Cocteau al contrario rimaneva molto più vago, puntando al fulcro della vicenda, esaltando il lato poetico di una storia d'amore che egli stesso viveva, almeno nella mente, con l'icona dei suoi sogni e delle sue lettere d'amore, Il baldo Jean Marais, a cui regalo' due ruoli per esaltarne la presenza su ogni altro), ogni dettaglio chiarito e sviscerato con cura, come a voler accontentare l'irresistibile voracità di spiegazioni che i bambini pretendono da tutto ciò che si narra loro. Il cast risulta ben scelto, con Vincent Cassel animalesco e ferino quanto basta per renderlo credibile già alla prima sua apparizione, tronfio in volto con un cinghiale morto ammazzato posto inerte fieramente e gravosamente sulle sue possenti spalle; e Lea Seydoux, bella , famosa, brava e ricca (e' la nipote dei produttori Nicolas e Jerome Seydoux, magnati rispettivamente  delle case produttrici ed esercenti cinematografiche Gaumont e Pathe', ma senza per questo apparire mai e poi mai come una raccomandata senza qualità) splende decisamente più forte della suorina casta e un po' frigida interpretata da Josette Day nella versione originale (ma Cocteau pensava già troppo a Marais che quasi si idealizzava in Belle, oggetto prezioso della Bestia). La Bella e la Bestia in versione 2014 insomma è un ottimo prodotto di svago, in grado di sedurre i grandi e di incantare i bambini: un film da grandi incassi e generali consensi. Circostanza, questa, magari non nobilissima, ma del tutto legittima e pure notevole se si pensa che il filmone riesce a piacere e ad accontentare più generi di pubblico restando comunque un prodotto commerciale di pregevole fattura, sceneggiato con criterio e con la capacita' sempre piu' rara di dosare azione e sentimento evitando sia forzature sdolcinate e stucchevoli, sia baracconate adrenaliniche fragorose e coatte.

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