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A proposito di Davis

Regia di Ethan Coen, Joel Coen vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su A proposito di Davis

di DeathCross
10 stelle

Magnifico film dei Coen, con musiche stupende, un grande cast (Oscar Isaac è intenso e "coeniano"), una sceneggiatura come sempre impeccabile e una regia assai studiata. Un road movie esistenziale e circolare, dove il tema del gatto perduto sostiene simbolicamente il film, e non a caso si chiama Ulysses (cfr. "O Brother, Where Art Thou?").

Approfitto della recentissima revisione, in omaggio ai 64 anni di Joel Coen (l'anno prossimo quindi probabilmente ci sarà la Maratona Coeniana), per proporre il commento che elaborai dopo la prima visione aggiungendo considerazioni odierne.

 

2014/6/24→Magnifico film dei Coen, con musiche stupende, un grande cast (Oscar Isaac è intenso nel suo protagonista coeniano), una sceneggiatura come sempre impeccabile e una regia assai studiata. Un road movie esistenziale e circolare, dove il tema del gatto perduto sostiene simbolicamente il film creando un diversivo tutt'altro che casuale (e infatti il nome del micio è Ulysses, mito assai caro ai due brillanti fratelli artisti, si veda "O Brother, Where Art Thou?"). Sicuramente non adatto al grosso pubblico mangia-popcorn. Opera minore dei Coen? Forse, ma resta comunque un film di altissima qualità e di innegabile valore poetico, vivamente consigliato.

 

2018/11/29→Confermo tutti i complimenti. Aggiungo una considerazione sulla sua natura": "Inside Llewyn Davis" è, come dicevo nel 2014, «un road movie esistenziale e circolare», ma è anche un road movie paradossalmente "fermo", "immobile". Questo è dovuto in buona parte alla sua struttura circolare (l'inizio coincide con la fine, anche se non è subito esplicitato ciò, o almeno io alla prima visione ho capito quasi solo alla fine che il tutto era un gigantesco flashback), ma non bisogna dimenticare che le vicende, fatta eccezione per un viaggio fondamentale a Chicago, è quasi interamente ambientato a New York e in particolare intorno al Greenwich Village. Ma è soprattutto l'esistenza, lo spirito del Protagonista ad essere "immobile", nonostante egli sia senza fissa dimora (memorabile il dettaglio, nello studio di registrazione, dove si mostra il tentennamento di Llewyn quando deve compilare lo spazio riservato all'indirizzo) e segua una filosofia di vita improntata "alla giornata": senza meta, più intesa come traguardo personale che non come luogo fisico, Davis gira sempre gli stessi posti, incontra sempre le stesse persone, fa sempre le stesse cose, subisce sempre le stesse noie, e così la sua vita risulta ripetitiva quanto (se non più) di chi si limita a vivere un'esistenza "normale". Eppure, allo stesso tempo i Coen non vogliono proporci un personaggio "non positivo" (seppure nemmeno propriamente "negativo") per mettere in buona luce il resto del mondo: i personaggi che ruotano intorno a Llewyn infatti non sembrano affatto essere migliori, più felici o più scaltri rispetto al Protagonista, ma anzi risultano molto più "bidimensionali" e "piatti", sia quelli a cui viene dedicato meno spazio sia quelli più vicini ad un ruolo da "co-protagonista". Eppure, anche questi Personaggi, che siano comprimari, secondari o "di passaggio" sono trattati con rispetto e affetto dalla Coppia di Cineasti, e il loro apparire "bidimensionali" o, meglio, "semi-caricaturali" è dovuto principalmente al loro essere osservati dal punto di vista solitario di Davis. Alla fine, non c'è una risposta univoca, sicura per arrivare alla Felicità, alla Soddisfazione personale, e quindi l'Invito dei Coen è, come probabilmente sempre, di vivere la propria Vita alla propria maniera, anche se quasi sicuramente si sprecherà la maggior parte del tempo a fare cazzate e/o a inseguire Sogni per varie ragioni (soprattutto soggettive) "irraggiungibili" o quasi. In ogni caso, alla fine forse essere dei "Perdenti" potrebbe renderci dei Personaggi veramente affascinanti, "degni" dei Coen, i quali infatti tendono sempre a mettere in scena questo tipo di Individui, quasi "snobbando" chi "ce la fa" (e non a caso Bob Dylan appare solo alla fine, come una comparsa random).

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