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Edge of Tomorrow - Senza domani

Regia di Doug Liman vedi scheda film

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La recensione su Edge of Tomorrow - Senza domani

di giurista81
6 stelle

Prendete Le Morti di Ian Stone (2007), Salvate il Soldato Ryan (1998) il remake de La Guerra dei Mondi (2005), Starship Troopers (1997), Pacific Rim (2013), Matrix Revolutions (2003) e Independece Day (1996) e miscelateli in un gran cocktail, quello che otterrete è Edge of Tomorrow. L'esperto Doug Liman, reduce da The Bourne Identity (2002), si trova per le mani un polpettone da 178 milioni di dollari che rischia di risultare stucchevole e fracassone, ma riesce a portarlo all'epilogo sufficientemente bene. La sceneggiatura (tra gli altri del premio oscar Christopher McQuarrie, premiato per il copione de I Soliti Sospetti, autore inoltre della sceneggiatura di X-Men Operazione Valchiria nonché regista di due episodi della saga Mission Impossible) cerca di sviluppare al meglio un soggetto tratto da un romanzo illustrato giapponese del 2004 che scopiazza da tutte le parti. Così arriva la lunga serie di morti ricorrenti di un personaggio che ritorna sempre indietro nel tempo al punto del risveglio del giorno precedente al decesso, un po' come Abatantuono in Nirvana (1997) di Salvatores, mantenendo il ricordo degli episodi vissuti nelle vite precedenti e cercando di fare tesoro per poter andare avanti alla maniera di un personaggio dei videogiochi così da sconfiggere un nemico che pare essere invulnerabile. Dovrà convincere tutti coloro che sono al suo fianco e per farlo mostrerà di conoscere il futuro. Il contesto è quello che ricorda un futuristico sbarco in Normandia con l'esercito anglo-americano composto da volontari spacconi che sono chiamati a combattere un invasione aliena composta da esseri meccanici che ricordano le sentinelle di Matrix e che sono collegati a un nucleo centrale alla maniera dell'astronave madre di Independence Day. Per combattere, i soldati del futuro entrano all'interno di macchinari robotici che ricordano i contenitori su cui si muovono i soldati di Pacific Rim. L'immortale e sempre agile Tom Cruise, cinquantadue anni, tiene alla grande e fornisce un'interpretazione convinta, tra capriole, piroette e sparatorie, che permette al film di mantenersi sempre su livelli apprezzabili. Piace molto anche l'eroina Emily Blunt che pare essere uscita da Starship Troopers, al punto che sarà premiata con un Critics' Choice Movie Award come migliore attrice in un film d'azione per la stagione 2014, ottenendo inoltre una nomination all'Empire Awards.

Piuttosto apprezzato dalla critica, il film ha ottenuto un premio per il miglior montaggio (davvero notevole), il Saturn Awards, strappando numerose nomination con gli scogli insormontabili costituiti da Interstellar I Guardiani della Galassia che, sicuramente, gli hanno sottratto più di un riconoscimento (dal miglior film di fantascienza ai migliori effetti speciali).  Nel complesso divertente e ben messo in scena.

 

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