Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Jordan Belfort è un broker fallito che per fare la bella vita, fra macchinoni, yacht, puttane e droga come se piovesse, decide di tirare su un giro d'affari con cui fregare il prossimo, finché il castello di carte non crolla. A parte per il fatto che si tratti della storia vera di un'altra persona, è praticamente un remake di Casinò applicato alla finanza. Solo che per chi conosce la filmografia di Scorsese lo schema risulta già stravisto ed oltretutto l'impasto non lievita: il protagonista è un individuo meschino (un venditore di pentole con la parlantina che crea un impero sfruttando le speranze di poveracci) dalla cui parabola non emerge assolutamente nulla di significativo se non delle ovvietà (se commetti un crimine finisci in galera, ma se invece vendi i tuoi colleghi puoi metterti a fare da coach ad altri venditori falliti...), la moglie strappona è di una piattezza unica e Jonah Hill (il Joe Pesci de' noantri) volevo vederlo morto dopo i primi minuti. Tre quarti buoni del film sono occupati da gente che pippa, s'impasticca e realizza il Kama Sutra, il resto è un glissare continuo sulle ragioni per cui questo Belfort abbia fatto i soldi e sia finito sotto la lente dell'FBI (ed è lui stesso a dire al pubblico che la parte tecnica non ci riguarda...). Naturalmente, essendo comunque un film di Scorsese, la visione non risulta del tutto spiacevole (tre ore fitte che sembrano mezz'ora, una concatenazione di eventi estremamente fluida e DiCaprio spettacolare), ma a furia di riscaldare la minestra si finisce col bruciarla.
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