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La spia

Regia di Anton Corbijn vedi scheda film

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La recensione su La spia

di zombi
8 stelle

l'attentato alle torri gemelle del 9-11-01 è maturato ad amburgo in piena libertà. le autorità più o meno sommerse non hanno saputo prevenire, capire, intuire. giorni nostri, dalle acque scure di un fiume emerge un relitto d'uomo. subito potrebbe sembrare un sub, ma i vestiti non sono quelli tecnici a prova di freddo e altro. dorme in un auto in un deposito al porto. siamo ad amburgo e poco dopo conosciamo le spie di un reparto speciale che stanno dietro ad un noto musulmano che raccoglie fondi per svariati enti di beneficenza, ma gunther crede che dietro ci sia dell'altro. ci sono gli americani che stanno in disparte, ma non sono mai lì per caso e possono sempre più di quello che ti dicono. ma dietro ci sono anche le istituzioni che vogliono agire prontamente. prendere il primo pesce che trovano. gunther sa che dietro al raccoglitore di fondi c'è dell'altro. ci sono i fondamentalisti, i fanatici. gli assassini. siamo nei cunicoli sotterranei, nei garage dietro cui si nascondevano gli uffici anonimi e freddi della stasi, della polizia segreta. coloro che fanno ciò che gli americani "non possono più" dopo il caso guantanamo. è cucito addosso al grande philip-seymour questo film di spie. non siamo più nella guerra fredda, ma i colori sono bene o male quelli. il clima è quello. cambiano forse le pedine e i grandi fratelli, ma gli interessi sono sempre quelli. soldi, armi, guerre in cui a morire sono gli anonimi mister e miss nessuno che hanno colpe a questo punto potremmo dire, cosmiche. lavorii di pazienza estrema che falliscono per errori umani di altre intelligence o che magari non sono errori?... il film ha il passo lento e stanco del grande philip-seymour.... sfatto, tabagista, ma attento e in allerta nonostante il suo aspetto potrebbe indicare l'opposto. tutto il parterre d'attori comunque è strabiliante e fa stravedere. willem dafoe, il banchiere con eredità paterne discutibili che da tedesco cerca di affrontare i propri scheletri. robin wright sempre più bella e intensa nel ruolo dell'americana, l'apparente burocrate buona e/o bonaria che può sempre più di quello che vuol far credere. nina hoss, la strepitosa collega spia di philip-seymour, al suo fianco sempre con le sue camicette demodè, le gonne al ginocchio nere e aderenti e le sue decollete a tacco basso ma sottile e quei capelli legati e sapientemente resi ribelli ad incorniciare il viso irregolare. l'ottima spia buona che ti indirizza dove vuole. il film è un buon esempio di cinema spionistico, comprensibile da tutti senza troppi ghirigori di sceneggiatura a renderlo oltremodo criptico da seguire(vedi syriana con clooney). la guerra fredda è finita, ma viviamo in un mondo dove l'europa e i paesi ricchi devono sentirsi in colpa biblica per le guerre scatenate in oriente e in africa e su una pentola in ebollizione che non sappiamo se mai esploderà e quando. inquietantemente conscio delle minacce attuali. durante la visione del film, ho sentito un doloroso vuoto al pensiero che un attore così valido e potente non ci sia più. philip-seymour era lì, ma ora non c'è più da mesi, eppure nonostante la sua stanca presenza era così prepotentemente presente. si impone con la sua assenza. peccato, davvero peccato che non abbia saputo affrontare i suoi tremendi problemi.

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