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Colpi di fulmine

Regia di Neri Parenti vedi scheda film

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La recensione su Colpi di fulmine

di supadany
4 stelle

Accantonate le vacanze in giro per il mondo (le mete a disposizione erano ormai quasi esaurite), Aurelio De Laurentis e Neri Parenti provano senza grande convinzione a cambiare aria e l’amore, tema tra i più abusati in assoluto, è un rifugio che offre infinite possibilità, ma poi occorre dell’altro e troppo spesso riaffiorano vecchi difetti propri del collaudato marchio di fabbrica.

Primo episodio.

Quando Alberto (Christian De Sica) finisce nel mirino del fisco non può far altro che fuggire; si ritroverà in Trentino nei panni di un improbabile prete quando conosce Angela (Luisa Ranieri) e l’amore che prova per lei mette a repentaglio una volta di più la difesa della sua identità.

Secondo episodio.

Ermete (Claudio Gregori) è un uomo di rigidi costumi che perde la testa per il suo opposto, ovvero la coatta Adele (Anna Foglietta); urge una completa trasformazione e per farlo chiede aiuto al suo autista Ferdinando (Paquale Petrolo).

 

 

Due episodi distinti ed un paio di (tenui) fili conduttori, ovvero fingersi ciò che non si è e l’amore a prima vista.

Tanti difetti sparsi in lungo ed in largo, classici mezzi obsoleti (e pure un po’ inutili) per far ridere per un risultato complessivo che probabilmente non soddisfa ne chi cerca storie d’amore ne chi è rimasto orfano della precedente formula natalizia per antonomasia della nostra produzione.

Nel primo episodio, lo scambio di identità è raffazzonato oltre ogni limite, assistiamo ai soliti fraintendimenti (l’udito ballerino non si può reggere, una serie di battute degne di un naufragio), qualche risata ci scappa anche, per lo più grazie alla spalla Simone Barbato, mimo con un suo perché (soprattutto in relazione agli altri) ed in più Luisa Ranieri possiede una bellezza più elegante.

Nel secondo, che vede esordire la collaudata coppia Lillo & Greg, si procede a stento, manca il ritmo e ci sono parecchi strappi; ancora una volta è la donna protagonista a destare l’impressione migliore (o meno peggiore se preferite), ovvero Anna Foglietta che nei panni della romana doc si lascia andare a briglia sciolta senza paura.

Entrambi gli episodi sono poca cosa, si cerca di non esagerare (ma ogni tanto succede, quasi che fosse una deviazione professionale), ma pur evitando più del solito le scene pecorecce, appare una commedia troppo convenzionale e semplice senza possedere quella naturalezza che in casi analoghi occorre per non passare per inutile.

Un tentativo un po’ timido che finirà senza troppi patemi nel dimenticatoio per quanto a Natale abbiamo visto assai di peggio nel corso degli ultimi trent’anni.

Un po’ poco.

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