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Una famiglia perfetta

Regia di Paolo Genovese vedi scheda film

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La recensione su Una famiglia perfetta

di supadany
7 stelle

Fresco di tre grandi successi di pubblico, Paolo Genovese, probabilmente aiutato anche da questi risultati, prova ad offrire qualcosa di diverso che nel panorama delle commedie italiane si stenta, per così dire, a ritrovare già solo nelle intenzioni (eh già, i risultati poi sono un’ulteriore montagna da scalare).

Offre tante sponde da leggere sotto più punti di vista, peccato che poi non vada fino in fondo.

Leone (Sergio Castellitto) è un uomo ricco e solo che per Natale affitta una compagnia di attori per interpretare quella famiglia che non ha.

Per gli attori è difficile stare dietro ai suoi screzi, ma il compenso li invita a resistere, ed il copione viene comunque messo alla prova dall’arrivo di un terzo incomodo che cambia completamente le carte in tavola.

 

 

Verrebbe da esclamare, “finalmente un’idea”, anche se poi non si parla di qualcosa di originale visto che la sceneggiatura prende spunto da un film spagnolo di Fernando Leon De Aranoa (da noi meritatamente conosciuto per “I lunedì al sole” (2002)).

Poco male, un po’ perché quel film da noi non è circolato, un po’ perché comunque un po’ di aria fresca fa piacere.

Il film parte bene, anche molto bene, si respira un’inusuale cinismo, ci si muove senza paura tra realtà e finzione, due aspetti che qui stanno agli antipodi, visto che Leone fa di tutto per rendersi insopportabile e mette alla prova in ogni modo i teatranti in situazioni anche insolite (quando deve fare il padre con la figlia lo fa in fondo e si lamenta per un “figlio” che non gli sa di suo).

Non si ha comunque il coraggio di andare fino in fondo, l’ambientazione natalizia rimane comunque anomala, ma si aggiunge in corsa quel buonismo che in fondo non può (vuole) mai mancare, forse per cercare di non scontentare proprio nessuno.

In più, in generale nella seconda parte il passo accusa più di un colpo, anche se poi è proprio in questa fase che si registra l’exploit offerto dal personaggio di Ilaria Occhini che reclama il suo colpo d’ala all’interno di un copione (nel copione) che non le offre pienamente giustizia.

Bello ampio il cast, tra un insopportabile Sergio Castellitto, un Marco Giallini che al grano non rinuncerebbe per nulla al mondo e tanti attori, più o meno navigati, che mettono il loro mattoncino, chi più chi meno.

Insomma, probabilmente il più grande difetto è quello di non averci creduto fino in fondo, non che poi tutto il resto funzioni a memoria (e pure sulla confezione non si va molto oltre), ma quella scorza alternativa che colpisce nelle prime battute ci porta, bene o male, fino in fondo e soprattutto si fa ricordare nonostante dopo si tirino un po’ troppo i remi in barca.

Abbastanza interessante.

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