Regia di Paolo Genovese vedi scheda film
Assoldare una compagnia teatrale per recitare la famiglia perfetta sotto le feste. A che pro? Le supposizioni si sprecano in un casolare fuori Todi mentre piano piano la commedia intacca la vita reale e gli attori si riscoprono persone al di fuori del ruolo da interpretare. Megalomania? Semplice solitudine o sadismo fine a sé stesso? Forse solo una rivincita di natale.
Uno spunto interessante, per una volta non gettato alle ortiche ma ben sfruttato in una vicenda corale giocata sulla teatralità e ovviamente sull’equivoco. Non immune dalla solita morale, soprattutto verso il finale consolatorio, ma, per buona parte della sua durata, il film di Genovesi viaggia sicuro alternando tempi più o meno comici a vere e proprie stilettate di cinismo. Tanta manna considerato il panorama generale nostrano, senza contare il fatto che “Una famiglia perfetta” è impreziosito ulteriormente da continui e appropriati riferimenti alla figura dell’attore dei nostri giorni, incluse riflessioni sulla mercificazione del talento, sul sacrificio artistico e ovviamente sul fascino di stagioni passate e ben più gloriose. Godibile e sorretto da un validissimo cast che ha in Sergio Castellitto un leader d’indiscusso carisma. Lunatico, maniacale, mosso da un’arroganza malinconica che conquista. Ad oggi, il miglior lavoro diretto dal regista di “Immaturi”.
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