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True legend

Regia di Yuen Woo-ping vedi scheda film

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La recensione su True legend

di braddock
8 stelle

Avevo fortissime aspettative verso questo film, vista la presenza di uno dei miei registi preferiti da tempo inattivo in questo ruolo. Era infatti dal THE TAI CHI MASTER 2 del 1996 che Yuen Woo-ping, probabilmente il migliore coereografo di arti marziali al mondo assieme a Liu Chia-liang, non vestiva i panni di regista. Questo TRUE LEGEND ripresenta il personaggio del mendicante Su, figura ricorrente nel cinema delle arti marziali di Hong Kong, interpretato tra gli altri da Siu Tien Yuen e Donnie Yen. Costui era il praticante simbolico del "drunken fist", una tecnica di combattimento del Wushu in cui i movimenti ricordano le gestualita dell' ubriaco. Ovviamente, la sua esecuziuone non richiede affatto l' ingurgitamento delle botti d' alcol come spesso si vede in numerosi film, quali DRUNKEN MASTER o SHAOLIN DRUNKEN MONK. Questa volta il ruolo del mendicante passa a Vicent Zhao ( o Chiu Man Cheuk ) abile artista marziale che sostituì Jet Li nel quarto e nel quinto capitolo della saga di ONCE UNPON A TIME IN CHINA. Vi sono inoltre molti volti noti del cinema del genere; come quelli di David Carradine, Michelle Yeoh, Gordon Liu... che però si vedono solo in dei brevi camei. La storia vede Cheuk nel ruolo di Su, un famoso generale e premiato eroe di guerra. Su dovrà però affrontare l' attacco del fratellastro Yuan, deciso a vendicare la morte del padre naturale e diventato invincibile in seguito ai poteri delle arti marziali oscure. Su viene sconfitto e si rifugia in un luogo sperduto assieme alla moglie mentre suo figlio, il piccolo Little Feng, viene rapito da Yuan sempre più fuori controllo. Ripresosi dalle ferite subite Su riaffronta il suo fratellastro, riuscendo a liberare il figlio ma non a salvare la vita della moglie. Caduto in disgrazia ormai nei panni di mendicante, Su vive di elemosina assieme al figlio scroccando liquori nelle varie locande. Nel suo vagare, SU finisce in un' arena dove vengono organizzati combattimenti clandestini... Le mie aspettattive sono state in gran parte soddisfatte. Nonostante i 14 anni trascorsi, Woo-ping non ha affatto perso la verve che contraddistingueva le sue pellicole girate negli anni '80 e '90. Le sequenze d' azione sono tutte da antologia, spaziando dal wuxia al realismo dei film di Kung-fu con la massima disinvoltura. Ottime inoltre le scenografie, paesaggistiche e fantasiose, che mostrano un forte contatto con la natura ed effetti visivi di elevata spettacolarità. Mi ha sorpreso invece lo sviluppo della storia; suddiviso in tre capitoli quasi scollegati tra loro. Soprattutto la fase conclusiva risulta speculare alle sceneggiature di FEARLESS e di IP MAN2, distanziandosi bruscamente dal prologo e dalla parte centrale in linea col wuxia delle grandi produzioni asiatiche dell' ultimo decennio. Questo improvviso cambio di rotta, finisce per togliere un po' di coerenza e di atmosfera al film. A parte questo, il risultano è sicuramente riuscito costituendo un titolo assolutamente imperdibile per gli appassionati. Nonostante l' inserimento di qualche effetto speciale di troppo, lo stile di marziale dei lavori di Woo-ping resta infatti sempre vitale e immutato. Un ritorno sicuramente gradito e spero non isolato      

Su Yuen Woo-ping

Ottima

Su Chiu Man Cheuk

Ottima

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