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Il pozzo e il pendolo

Regia di Roger Corman vedi scheda film

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La recensione su Il pozzo e il pendolo

di alan smithee
6 stelle

TFF 37 - SI PUO' FARE

Attorno al 1500, un nobiluomo (John Kerr) raggiunge un ameno castello in riva ad una spiaggia, per riuscire ad avere notizie sulla morte misteriosa della sorella, andata in sposa poco tempo prima, al nobiluomo maturo don Nicholas Medina (Vincent Price).
L'uomo nota una certa riluttanza, già a partire dal maggiordomo che lo accoglie, come della sorella del padrone di casa (Luana Anders), che tuttavia lo accoglie cercando di minimizzare, seppur costernata, la natura misteriosa della scomparsa della donna. Dopo molte reticenze, l'uomo riesce a scoprire, quasi estorcendo informazioni dal medico di famiglia (Anthony Carbone) che la sorella è deceduta a causa di un attacco cardiaco subito mentre risiedeva in una stanza appartenuta nel passato al padre di don Medina, un inquisitore noto per la sua tendenza a torturare le vittime.

L'atmosfera lugubre si dimostrerà un artificio sadicamente ricostruito per far si che l'amore di due diabolici amanti assassini (la cui identità verrà svelata nel corso della vicenda) potesse condurre alla fine dello stesso padrone di casa, reso pazzo dal senso di colpa e dal rimorso di essere stato la causa indiretta di una morte che i fatti rimetteranno completamente in discussione.
Molto liberamente tratto dal noto racconto di Edgar Allan Poe, Il pozzo e il pendolo trova nell'abile Roger Corman la chiave di successo per risultare un film a basso costo che si presenta sfarzoso e altisonante, coloratissimo e altamente scenografico, con le sue ripetute vedute esterne che si alternano, sempre uguali ma sempre suggestive, a ricostruzioni di interni efficaci e di concreta presa emotiva. Le scene finali della morte annunciata sotto il pendolo aguzzo e tagliente come un rasoio, riescono ad apparire ancor oggi adrenaliniche.

Tra gli attori coinvolti, la splendida ed inquietante Barbara Steele conferisce al suo controverso personaggio (di morta??) una coerente sfaccettatura torva che la accompagna prima della sorpresa finale; ma è Vincent Price, magnifico nel suo gigioneggiare lecito e coerentemente sopra le righe, a fare la parte del mattatore, rubando la scena ad ogni altro pur valido personaggio od interprete.  
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