Regia di Roberto Minervini vedi scheda film
E' un film, come dire, verista? Non c'è nulla che somigli ad una trama, pochissimi dialoghi di quelli quanto più prosaici possibili in una vita quotidiana di squallore e desolazione da quasi baraccati.
Lui è un bambino di una decina d'anni molto sveglio e sicuramente più sano di mente di sua madre, ragazza madre, dedita all'alcool ed a una vita non certo raffinata, e senza un minimo equilibrio. A parte il fatto che la madre ha un lavoro, si può dire che sia più lui a provvedere alla madre che viceversa.
Ma la cosa bella, e forse l'unica, del film è che lui è pur sempre un bambino, anche se nell'asprezza di una simile vita. Un bambino con tutti i comportamenti i sogni e le fantasie che riempiono la vita di tutti i bambini. Un bambino sano di fisico e di mente, a cui piace saltare sul letto, farsi la doccia nei campi irrigati, cercare ed osservare gli animali di tutti i tipi che riesce a trovare (rane, pesci rossi, serpenti), osservare e sperimentare. Un bambino a cui manca l'attenzione della mamma, e che la ricerca al punto da bersi il detersivo.
Secondo me è la poesia di questo bambino nonostante tutto - che è poi la poesia di tutti i bambini - l'unica cosa bella (o passabile) del film, più che l'abbraccio finale tra i due.
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