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RoboCop

Regia di José Padilha vedi scheda film

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La recensione su RoboCop

di rflannery
6 stelle

Remake interessante per certi aspetti del grande e profetico film di Paul Verhoeven uscito nel 1987. Pur senza possedere la complessità del film originale, che era molto più di una semplice rivisitazione del rapporto uomo-macchina, ma era un un atto d'accusa contro un certo cinema muscolare degli anni 80 e soprattutto un riflessione profonda del regista olandese sull'uso della violenza e sull'esibizione della stessa attraverso i media, il film di José Padilha è buon intrattenimento, diretto con mestiere da un regista noto per i due duri polizieschi Tropa De Elite e confezionato con una certa cura ed ed effetti di notevole realismo e impatto. Molti i punti di distanza dal film del 1987: a partire da una certa rapidità con cui si archivia la vita ancora da “umano” di Murphy (interpretato con convinzione dallo svedese Joel Kinnaman), all'abbandono quasi totale delle sci-fu robotica di Asimov (e che nel film di Verhoeven diventavano le tre Direttive a cui doveva sottoporsi RoboCop) ad alcune modifiche di sceneggiatura, con la collega donna di Murphy che ora diventa un uomo. In generale Padilha gira con un certo budget quello che sembra in tutto e per tutto un B movie: villain disegnati con l'accetta e che diventano ben presto carne da macello, una narrazione fluida ma anche molto semplice negli snodi narrativi e un paio di attori di livello, come Michael Keaton e Gary Oldman, ridotti a semplici comprimari. D'altro canto, il regista brasiliano cerca di attualizzare la vicenda: lo fa lavorando bene su effetti speciali all'avanguardia e che in alcuni momenti riescono a colpire lo spettatore – come nella sequenza, molto forte, in cui quel che resta di Murphy si riconosce allo specchio, tolta l'armatura – e cercando di mantenere la forza dissacrante del film originale. Qualche buono spunto c'è in effetti: l'incipit in cui un'operazione chiamata Teheran Freedom porta la sicurezza nel Paese attraverso droni e robot che non si fanno molti problemi a far piazza pulita di terroristi o presunti tali; così come tutta la dinamica che ruota attorno al personaggio di Michael Keaton, di fatto un venditore di armi che ha messo a punto RoboCop e che vorrebbe estenderne la diffusione capilare negli Stati Uniti è interessante per quanto in alcuni snodi un po' banale, perché centra l'attenzione più che sul valore del prodotto in sé, sull'immagine che di esso si dà. In effetti, caso più unico che caro al cinema, un ruolo importante ce l'ha anche il direttore marketing per la Omnicorp di Keaton interpretato da Jay Baruchel. E anche tutto il lato melodrammatico con il tentativo da parte di Murphy di riallacciare un rapporto con la moglie, interpretata dalla brava e bella Abbie Cornish, funziona abbastanza per l'asciuttezza con cui Padilha e il suo sceneggiatore Joshua Zetumer hanno voluto raccontare una vicenda che avrebbe potuto sprofondare nel patetico. Spunti buoni e tutto sommato inaspettati per un remake fuori tempo massimo che convivono per il resto con una buona porzione di film fracassona e scontata che occupa praticamente tutta l'ultima mezzora, la parte più debole del film.

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