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Nameless gangster

Regia di Jong-bin Yun vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su Nameless gangster

di AndreaVenuti
9 stelle

Nameless Gangster: Rules of the Tim, Yoon Jong-bin, FEFF23.

Locandina Internazionale

Nameless gangster (2012): Locandina Internazionale

La retrospettiva di quest'anno del Far East Film Festival è dedicata al mitico Yoon Jong-bin; uno degli ultimi grandi maestri emersi dalla fucina coreana, autore in grado di conciliare notevoli spettacoli visivi e d'intrattenimento a tematiche sociali sempre attuali atte a smascherare le ingiustizie compiute da chi detiene il potere pubblico e questo Nameless Gangster: Rules of the Tim è una sorta di summa del cinema del suo autore (discorso analogo per il successivo Kundo: Age of the Rampant).
 
Il terzo film del cineasta coreano si presenta come un'epopea gangster, incentrata sulla scalata al potere del funzionario corrotto Choi Ik-hyun (un favoloso Choi Min-sik), dai forti richiami scorsesiani (a tratti siamo di fronte ad un vero saggio antropologico sulla gangpeh di Busan anni 80/90) ma perfettamente inserita in un contesto coreano e non a caso il film si apre con immagini d'archivio seguite dalle dichiarazioni del presidente Roh Tae-woo pronto a dichiarare guerra alla criminalità organizzata.
 
Il film è inoltre focalizzato a mostrarci le macchinazioni di uomini politici immischiati fino al midollo con criminali senza scrupoli; criminali ormai privi di qualsiasi fascino o morale cavalleresca ad eccezione dell'enigmatico Hyung Bae (il divo Ha Jung-woo, amicone del regista).
Bae è si un gangster assai violento (i suoi scatti d'ira richiamano tanto alcuni personaggi di Scorsese quanto gli yakuza/poliziotti di kitaniana memoria) tuttavia è fermamente legato ad un codice personale laddove onore e lealtà sono più importanti dei soldi e del potere.
 
A livello registico onestamente bisognerebbe scriverci un saggio quindi riporto al volo tre momenti chiave:
 
1) Choi Ik-hyun dopo una serata alcolica con il nuovo amico Bae, incontra il suo capo e dopo alcune offese perpetuate da quest'ultimo lo aggredisce fisicamente.
La scena termina con uno slow-motion su Choi in procinto di diventare un gangster (o quasi).
 
2) Dopo uno scontro verbale tra Bae e Choi, l'impenetrabile Bae rompe uno specchio ed invita l'amico ad interrogarsi su chi sia realtà quindi il nostro Choi si specchia e la sua immagine riflessa appare dunque decomposta e frammnetata; chi è in realtà Choi? Un funzionario, un boss, un impostore?.
3) Sequenza finale. Choi ormai vecchio e pieno di soldi -e potere- sta festeggiando il compleanno del nipotino, ad un certo punto una probabile falsa soggettiva si avvicina all'uomo e quest'ultimo si volta verso la telecamera ed improvvisamente sentiamo la voce di Bae che lo chiama. A questo punto ora schermo nero, titoli di coda.
Bae è finalmente giunto per la sua meritata vendetta oppure sono semplicmente i sensi di colpa di Choi che ha tradito il suo unico vero amico ??
PS Favolose le varie sequenza di lotta avvicendate da macchina a mano nevrotica vicino all'azione e piani ed angolazioni dall'alto che mostrano decine e dicine di uomini in scena immortalati ad ammazzarsi di legnate.
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