Regia di Mario Caiano vedi scheda film
Nella carriera di Caiano compare un po' di tutto, dal peplum allo spaghetti western, dal poliziottesco al decamerotico: regista sempre confinato in serie B a causa di una costante povertà di mezzi, si segnalò in realtà per una discreta inventiva che lo portò a licenziare anche qualche pellicola degna di nota. Fra queste, sicuramente una delle più apprezzate è Amanti d'oltretomba, thriller gotico all'americana che sfoggia un ottimo duo di protagonisti, cioè Paul Muller e Barbara Steele. L'inglese Steele, dopo una particina in 8 e 1/2 (1963), aveva rivelato tutto il suo potenziale 'nero' in Danza macabra, di Antonio Margheriti (1964): da quel momento in avanti non riuscirà più ad abbandonare il personaggio di tetra donna fatale, suo malgrado. La storia - scritta dal regista con Fabio De Agostini - non è granchè fantasiosa, ma il merito di Caiano è di saper mantenere la tensione a buoni livelli; a coadiuvarlo giungono le musiche (forse un po' iperpresenti) di Ennio Morricone e la fotografia di Enzo Barboni, neanche a dirlo collaboratori di ottimo livello. Per Caiano, nonostante il buon risultato, questa sarà l'unica incursione nel genere 'profondo nero'. 4,5/10.
Un eccentrico medico scopre la moglie con l'amante; li uccide e decide di utilizzare i loro corpi per degli esperimenti scientifici. Ma la sorella della moglie, che è anche sua erede, si frappone.
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