Regia di Nicolas Vanier vedi scheda film
Alla fine degli anni ’30, in uno sperduto villaggio delle Alpi francesi, Sébastien, malinconico e curioso bambino di 8 anni rimasto orfano e allevato dal vecchio pastore scorbutico Cesar, incontra un grande cane da pastore con un triste passato di maltrattamenti, che viene creduto responsabile dell’uccisione di vari capi di bestiame e per ciò oggetto di caccia da parte degli altri abitanti del luogo. Il ragazzino, rifiutando di credere alle storie che si raccontano in paese, stringe un profondo legame di amicizia con l’animale, battezzandolo Belle, mentre attorno a loro cresce il malcontento per l’occupazione tedesca.
Delicata favola ambientalista e pacifista ispirata al ciclo di romanzi della scrittrice francese Cecil Aubry, che erano già stati trasposti in una serie di cartoni animati degli anni ’80, il film diretto da Nicolas Vanier, già regista documentarista (e lo si nota nel gusto per le riprese aeree degli splendidi scenari montani), riesce con molta gradevolezza a rendere l’atmosfera soffusa, tesa e speranzosa del periodo bellico attraverso lo sguardo ferito e innocente di due anime pure, che cercano di alleviare la propria sofferenza l’uno con la compagnia dell’altro.
La sceneggiatura semplice e lineare pecca forse di una certa ingenuità, visto anche il principale pubblico di riferimento ma non mancano i momenti drammatici e nell’insieme la visione riesce a coinvolgere soprattutto per la bellezza dei paesaggi naturali quasi fuori dal mondo, seppure in molti punti si sarebbe potuto osare e approfondire di più.
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