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Captain Phillips - Attacco in mare aperto

Regia di Paul Greengrass vedi scheda film

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Scarlett Blu

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La recensione su Captain Phillips - Attacco in mare aperto

di Scarlett Blu
8 stelle

Senza temere di esagerare, scelgo di vedere i films con Tom Hanks praticamente a scatola chiusa, e quasi mai mi deludono, che siano commedie o film drammatici: anche questa volta è stato così.

Parliamo di un attore solido che è una garanzia, padrone del suo mestiere e dalle qualità recitative impressionanti.

Per me, uno dei più grandi attori contemporanei viventi, insieme a pochi altri.

 

Questo film si regge per buona parte su di lui, aiutato da un’ ottima regia già collaudata in altre pellicole del genere, ma non abusa della spettacolarità, mantenendosi sobrio, efficace e diretto, portandoci anche a fare qualche riflessione importante sulla storia che ci viene raccontata per capire e interrogarci sulle origini di un male di cui anche l’occidente è responsabile.
Ed è proprio la domanda che pone Tom Hanks a uno dei pirati a farci riflettere in tal senso: possibile che non esista un altro modo per vivere? (Scusate se non cito le parole esatte, ma il senso è quello.)

 

Se ci sono individui costretti a fare scelte estreme e a volte terribili, forse la responsabilità è di quella parte di mondo che sta troppo bene per interrogarsi sul senso del suo vivere, ma questa è solo la risposta che mi sono data io.

 

Il film non fa accuse e non dà risposte; presenta solo dei fatti, nudi e crudi.

 

Captain Phillips – attacco in mare aperto, è un film forte, teso che punta più sul realismo che sull’ azione, ma dove l’azione non manca e ti fa trattenere il fiato per tutto i tempo, restando incollato alla poltrona.

Partendo dal fatto che è una storia vera, raccontata senza la retorica delle facili emozioni, evitate fino all’ultima scena, (niente abbracci e incontri superflui con famigliari come avrei temuto) si parla del sequestro nelle acque del Corno d’Africa di una nave mercantile americana da parte di un gruppo sparuto di pirati somali, poverissimi, rabbiosi e disperati.

Per fortuna, non viene concesso quasi nulla alla parte romanzata, e l’eroe non ostenta muscoli da Rambo né spavalderia da superuomo, ma la faccia autorevole, sicura, e alla fine spaventata e estremamente provata di Tom Hanks, capitano che ha il gran coraggio tutto umano delle sue responsabilità unite alla paura, mentre cerca di proteggere il suo equipaggio dalla minaccia a tratti feroce dei pirati.

Si punta di più sull’ umanità fragile e disperata dei personaggi, e gli stessi pirati sono dei poveracci scalzi e magrissimi, agli ordini di qualche oscuro signore della guerra che li sfrutta e li manda allo sbaraglio a bordo di piccole imbarcazioni.

Gente che non ha molta scelta, né altri modi per vivere (o sopravvivere?), e magari sogna l’America e un futuro diverso, come Muse, il capo pirata.

 

Il capitano Richard Phillips riuscirà a proteggere il suo equipaggio, nascosto nei meandri oscuri della sala macchine della nave, ma sarà ostaggio nello spazio angusto e claustrofobico di una scialuppa per 5 giorni, in balia dei somali sempre più arrabbiati, insicuri del loro successo, disperati e braccati dalle forze militari americane, mastini risoluti, freddi e precisi che non li lasceranno mai andare.

La tensione dell’ultima parte del film è assoluta, giocata nello spazio ristretto e chiuso della scialuppa, e sul confronto/scontro fatto principalmente di sguardi ed espressioni, tra Tom Hanks e i suoi rapitori che sembrano perdere sempre più il controllo della situazione e della calma.

Un ottimo film, ottime le interpretazioni – l’interprete di Muse, il capo pirata pare già in odore di Oscar. – Un Tom Hanks superlativo, una grande prova d’attore per lui.

Una regia magistrale e rigorosa.

Un film da vedere che resta certamente impresso nella memoria.

Su Tom Hanks

Un grande attore come sempre; il suo capitano è umano, sicuro e autorevole, coraggioso, e alla fine fragile, provato e disperato. Non so quale altro attore avrebbe potuto fare meglio.

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