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Enemy

Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Enemy

di mck
8 stelle

La rete brutalista in cemento armato fatta di celle compartimentate in cui si muove l'eroe perso tra i vari s(1)é è un panopticon senza carcerieri né spettatori in cui la libertà si attorciglia su s(2)é stessa e non trova altra via di fuga che l'afferrarsi le filiere tra le fauci e iniziare da capo, lo specolo caliginoso del futuro tutto per s(3)é.

 
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1.  E QUESTO, CHI È. 

“ Il caos è un ordine da decifrare ”,
dal (ehm..."borgesiano", ehm...) “Libro dei Contrari”, in esergo a “l'Uomo Duplicato” di José Saramago.

La trama della tela ( “ Oggi mi ami davvero, oggi no ” - citazion d'altrove ).   

Alfa.
“Fidelio” - anzi, pardon : ”Unico” -, così recita il marchio sulla chiave inserita nella toppa della porta della Dark Room, e intanto la patta s'ingrossa. Tizio ( “Es”, o “D:” ) assiste ad uno show (auto)erotico leggermente sado, un poco maso e con una spruzzata di splatter aracnoideo appena sceso sgambettando da un piatto d'argento e sparsasi gelatinosa sul tavolo in legno. Attorno a lui, mi spiace, ma le comparse che vi somigliano tanto non sono rintracciabili nei rutilanti e velocissimi titoli di coda vecchia maniera che vedremo del film che stiamo guardando --[ secchi, concisi ed essenziali, disadorni d'ogni pignoleria burocratica : il consigliere telematico del guardarobiere e l'aiuto-autista del catering non vengono menzionati : i titoli di coda migliori da 50 anni a questa parte : inesorabili, percussivi, lapidari, succinti ed essenziali, e che non elencano tutte quelle cazzo di comparse del menga atte a creare solo danni : insomma non come quelli infiniti di oggi, in cui ti ci puoi perdere dentro scoprendo cose che era meglio restassero segrete ]-- che scorre rullando sulla puleggia della scheda madre collegata con la memoria periferica esterna-interna proiettandosi dallo schermo sulle vostre retine, né su IMDB né su WikiPedia né, tanto men che meno o vie più, le saprete da me, qui, su FilmTv.it. 


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" Spirito libero e matrimonio. — Vivranno gli spiriti liberi con le donne? In generale credo che essi, simili agli uccelli vaticinatori dell'antichità, come pensatori e predicatori di verità del presente, debbano preferire volar soli. "

 

F.W.Nietzsche - "Umano, Troppo Umano" ( vol. 1°, p. 7a ). 

Beta.
Caio ( “Io”, o “C:” ), Adam Bell ( Jake Gyllenhaal ), è un trentenne professore di Storia in un college di una metropoli canadese affogata nel proprio skyline ( Toronto ) che ha da sempre riposto nel cassetto il sogno di provare a intraprendere la carriera di attore cinematografico. I giorni scorrono tranquilli e frastornantemente simili tra equazioni risolventi totalitarismi alla lavagna, graffiti zamjatin-huxley-orwell-jetée/twelvemonkeysiani e notazioni hegeliane di Carl Marx, la relazione morbida con Mary ( Mélanie Laurent ) e le visite della madre ( Isabella Rossellini ), finché un giorno un suo collega di Matematica -[ che non era presente al festino privato, lo dico solo per confondere ulteriormente le acque, e ribadendo il concetto : i titoli di coda del film vero e proprio, a cui s'è già accennato ( implacabili e in accelerando, più laconici e meno pericolosi di quelli chilometrici del film nel film, che invece contengono, normalmente, “Tutti i Nomi”, in una sorta di surrogato di impronte digitali-retiniche e di DNA cinematografico ) in ciò non aiutano : benedetti siano gli uncredits, After the Lights Go Out ]- si lascia estorcere con sottile recalcitrante noncuranza il suggerimento di un consiglio filmico [ Javier Gullón e Denis Villeneuve utilizzano il “Where There's a Will, There's a Way” ( Volere è Potere : là dove c'è il volere, il desiderio, la voglia, l'impegno, la volontà, lì c'è la possibilità, la via, la soluzione ) in vece del sinonimico “Quem porfia mata caça” dell'originale portoghese di José Saramago del 2002, tradotto in italiano con un altrettanto valido titolo ( da commedia degli equivoci...francese ) di “Chi Cerca Trova” nel gran bel lavoro d'interpretazione-restituzione di Rita Desti per Einaudi→b.erlusc-a/loni - MondaZzoli→Feltrinelli ].
Contro ogni logica web, la ragnatela che ''tutti'' ci avvolge e che un giorno qualcuno definirà l'Involuzione Identitaria, le videoteche ancora resistono, incassate a contendersi una svolta di movimento di macchina da presa tra agenzie viaggi, negozi etnici e lavasecco, e così il nostro eroe, passato il dopocena a correggere i lavori dei suoi studenti e prima dell'amore con Shosanna Dreyfus inserisce il dvd in “E:” al suo notebook e guarda il film consigliatogli. Sesso. Eraser. Sonno. Sogno. Ricordo. Rewind. Frame by frame. Eccolo lì. Eccoti lì. Eccoci qui. Tutti i Nomi.
Tra i quali quello del “3° fattorino” ( BellHop #3 : dal BellBoy di Jerry Lewis a quello di Tim Roth per Quentin Tarantino ), Anthony ( Daniel ) [St.] Claire -[ che nella prima metà degli anni zero ha lavorato ( come comparsa ) in tre film(etti) e in uno spot commerciale ( oggi siamo nella prima metà degli anni zero ) ed er'allora com'è adesso del tutto lecito sospettare possa esserlo probabilmente anche oggi identico al nostro insegnante di Storia come se i due fossero due gocce d'acqua ricavate dalla stessa lacrima provocata dalla collera dei miti o rugiada condensata sulla ragnatela a disvelarne la presenza ]-, sposato con Helen ( Sarah Gadon, ''futura'' Sadie in “22.11.'63” ), incinta di sei mesi che, di ritorno da un pomeriggio in piscina, tende a giustificarsi per un non-ritardo dove per l'appunto non ce ne sarebbe stato davvero alcun bisogno.  



" Dillo ancora.
Ti amo.
No, oggi no.
In che senso?
Certi giorni...non è vero. E oggi non lo è. "

Mary ad Adam ( Borden a Sarah ) - “the Prestige” - Christopher Priest e Jonathan & Christopher Nolan  

G(r)amma.
Sempronio ( “Super-Io”, o “Inc.-©-®” ), il nostro Professore di Desiderio o Attore senza Storia, trova un attimo per farsi i cazzi suoi dopo aver tessuto la tela e se la gode.  



2.  La VITA AGRA del DOPPELGÄNGER.

" Hegel nota in un passo delle sue opere che tutti i grandi fatti e i grandi personaggi della storia universale si presentano, per così dire, due volte. Ha dimenticato di aggiungere : la prima volta come tragedia, la seconda volta come farsa. "

[ l'Inquilino del Terzo Piano ( 1° il cazzo, 2° il cuore, 3° il cervello ), Lost HighWay, eXistenZ, Eyes Wide Shut, MulHolland Drive, Spider, Adaptation, Birth, Eternal SunShine of the SpotLess Mind, a History of Violence, InLand Empire, Synecdoche NY, Under the Skin ]

Karl Marx - il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte - 1852 

Denis Villeneuve mette in scena l'adattamento-riduzione di Javier Gullón del romanzo “l'Uomo Duplicato” di José Saramago di un decennio prima.
Tanto quanto Saramago insiste e persiste con quel nome tripartito declinato in ogni occasione in tutta la sua pienezza : Tertuliano Máximo Afonso, Tertuliano Máximo Afonso, Tertuliano Máximo Afonso -{ caso vuole che Tertulliano da Cartagine, 155 ca. - 230 ca. d.C., fu lo scrittore apologeta teologo che scorporò Dio dalla sua unicità, introducendo nella dottrina cristiana la teologia trinitaria; e oltre a ciò ci lasciò anche svariate altre perle di pensiero, tipo : “Abbracciare le donne è come abbracciare un mucchio di letame : la donna è figlia della falsità, sentinella degl'inferi, nemica della pace. La donna è la porta dell’inferno, la strada che conduce all’iniquità, la puzza dello scorpione.” - dal "De Cultu Feminarum" [ Libro Primo, Capitolo Primo, Paragrafo Secondo (I,1,2 - Etc...) ], ca. 200 d.C. }- così Villeneuve martella sull'evidenza per estrapolarne empatia ragionata e consapevole compassione ( nel senso buono e nobile del termine ) verso il protagonista ( gran prova di Jake Gyllenhaal in campo dall'inizio alla fine ). 

Incendies” rimane il suo capolavoro della 2a parte di carriera ( così come “Polytechnique” lo è della prima : sono entrambi film spartiacque all'interno del suo corpus narrativo-artistico, ed è forse in qualche modo rilevante il fatto - preso per buono il valore qualitativo che si sta consegnando a questi due specifici opus all'interno dell'opera completa, in corso, del nostro - che siano uno il diretto successivo dell'altro, ovvero : a quando un altro capolavoro degno di loro?, ché né "Prisoners", né "Enemy", né "Sicario" – pur essendo ottimi film – riescono nell'intento. Attendiamo con pervicace, esiziale impazienza “Story of Your Life” ), ma “Enemy” è gradevolissimo : siamo dalle parti di "the Prestige" : 99 spettatori su 100 ''capiscono'' ( perché ne accettano l'inganno e l'inghippo ) già tutto dopo 20 minuti, ed è - per l'appunto - un piacere ( per nulla disinnescato ) godersi lo svolgersi della vicenda così come ci si aspettava.



Salvo il fatto che poi, alla seconda (terza) visione, o semplicemente causa un tornarci sopra e dentro col rimuginio innestato a forza di voraginosi buchi in tema di rapporto causa-effetto, le parti prettamente tecniche legate allo svolgersi e riannodarsi degli eventi lungo le due linee spazio-temporali incrociate iniziano a non collimare, a confondersi, e la questione psicologica ( psichiatrica ) assume via via sempre più importanza fattiva : i continui indizi e prove sono disseminati per il piacere della conferma : un mucchio di indizi fanno una prova : e questi segni e sintomi pioggiati a suffragio semi-universale, questi riscontri a suffragare la tesi della ragione, sono chiari sin da subito e disseminati a spaglio ( come in "the Prestige" : vogliamo essere sorpresi, ci lasciamo ingannare ) e seguono in parte gli stilemi e il canone del genere mistery-thriller : stesso aspetto monozigote, identica inflessione vocale, stesse cicatrici e nessun terzo (secondo) incomodo è in campo quando i due protagonisti sono fisicamente e diegeticamente in scena ( con variazione sul tema : l'indagine interna : la sequenza in cui Helen chiama Anthony al portatile e lui risponde solo e non appena Adam è scomparso alla di lei e alla nostra vista dietro un cassero d'onda gettata di calcestruzzo e al conglomerato di cemento armato brutalista che ha ben impresso ancora su di sé l'impronta manufatta della cassaforma in legno ). 



3.  TUTTI I NOMI.

“ The Ring ! The Mark on Your Finger ! ”

Jake Gyllenhaal  :  Adam Bell [Hop] / Anthony (Daniel) Saint Claire - - - Tertuliano Máximo Afonso / Antonio (Daniel) Santa-Clara
Sarah Gadon  :  Helen Claire - - - Helena Claro
Mélanie Laurent  :  Mary - - - Maria da Paz
Isabella Rossellini  :  Mother - - - Carolina Maximo Afonso Claro {*¹-¹}
Casting  :  Deirdre Bowen ( tante facce cronenberghiane, nel prologo ).  



Sceneggiatura  :  Javier Gullón  ( Soggetto : José Saramago ).
Fotografia  :  Nicolas Bolduc ( è forse il primo e forse unico caso di film ''seppiato'' in cui la texture ed il pattern cromatico volutamente così filtrati e virati non mi disturbano ) : le sue carrellate laterali, le sue svolte ad angolo retto (90°) e ad ''U'' (180°), le panoramiche ad effetto miniatura…
Montaggio  :  Matthew Hannam ( ecco, abbiamo trovato l'equivalente del '';'' cinematografico ).   

 


Musiche Originali : Danny Bensi & Saunder Jurriaans (gran coppia di musicisti stakanovisti della factory Pulse Music che ogni tanto sforna piccoli gioiellini : “Martha Marcy May Marlene” ed “Enemy”) : Denis Villeneuve è un regista particolarmente attento alla colonna sonora, musicale e non solo {sembra abbia trovato in Jóhann Jóhannsson il partner [ogni riferimento al Dostoevskij/Bertolucci, al Poe/Malle e al Plauto/Molière è puramente ca(s)u(s)ale] fedele : i successivi "Prisoners", "Sicario" e "Story of Your Life" si avvalgono tutti dei suoi pentagrammi}.   

 


Musiche Non Originali  :  [ Scott Walker ( Scott Engel ) + John Walker ( John Maus ) + Gary Walker ( Gary Leeds ) = ] the Walker Brothers – After the Lights Go Out ( John Stewart ) – the Sun Ain't Gonna Shine Anymore – 1966 [ uno Scott Walker ancora ben lontano dalle continue rinascite e reinvenzioni future della ''seconda'' parte di carriera ( avanguardia, art rock sperimentale, drone-metal ), anche se album come "Climate of Hunter", "Tilt", "the Drift", "Bish Bosch" e la collaborazione con Sunn O))) di "Soused" ben si confanno all'anima di "Enemy" ].  

 


Effetti Speciali  :  Rodeo FX  :  http://www.awn.com/vfxworld/rodeo-fx-enhances-villeneuve-s-enemy ( anche la palla da tennis pretende il suo doppelgänger, il proprio sosia, eccheddiamine ).

4.  RESIDENZIALE BRUTALISMO QUOTIDIANO.

" Helen, did you plan on doing something tonight? Cause I think I have to go out. "

In una città tutta uguale dobbiamo farci in quattro e sdoppiarci per riuscire ad essere unici.  

La razionalità --- che si dibatte e si contorce, immersa in un ambiente a lei estraneo e straniante pieno di specchi e di errori, di vicoli ciechi e di svolte effimere, e azzanna e uncina con le fauci della ragione e del raziocinio e con gli artigli del pensiero critico e dell'intelletto per battagliare il proprio diritto all'esistere, urlando di volta in volta ''è così'' e ''non è così'' in faccia al disordine uniforme, persa e stretta in questo brutalismo di asfalto e acciaio, di vetro e cemento che tutto contiene e comprime --- vuole, pretende e ricerca un rapporto di causa-effetto -[ in assenza di una visione deus ex machina che già conosca la fine e riconosca l'inizio della Storia ( della sua concezione materialistica : tra real-politik e possibilità di ''pre''vederla ), vissuta ed espletata in una contemporaneità sotto forma di ragnatela o frattale di Mandelbrot, in una simultaneità a guisa di mandala o spirale galattica, in un coacervo ragionato e sincronico a sembianza di dura madre in un dedalo di pieghe e risvolti della corteccia cerebrale ]- riguardo all'ambiente in cui è immersa e a ciò che le capita addosso : l'inganno, allora, verrà svelato : siano quindi due storie che si svolgono una di seguito all'altra raggruppate però in parallelo dalla narrazione ( opera audio-visiva : Javier Gullón e Denis Villeneuve ), sia essa pure la stessa storia che si prende la coda in bocca, si raggiunge e si ricongiunge e ricomincia da capo girando in tondo come una trottola dal moto perpetuo ( opera letteraria : José Saramago ) : la “copiosa diversità della vita” di “gente che subisce con pazienza il pignolo scrutinio della solitudine” troverà infine una formula, una soluzione, una chiave ( madeleine, passepartout ).   



La semiotica del romanzo è palese nella sua disposizione geografica e sintattica -[ la sua interpretazione rimane indecifrabile data l'uggia pulviscolare che pervade il meandro brutalista del Dedalo contemporaneo ( postmoderno-massimalista : le Vele a Napoli, il Corviale a Roma, le Lavatrici a Genova, la Torre Velasca a Milano : ovvio, tutto dipende dal contesto d'intorno ) : il significante è la motrice : i significati sono solo i vagoni ]- : la reiterazione del nome del protagonista, pronunciato (quasi) sempre per esteso in una sola unità semantica -{ e quando ciò non avviene è perché il nome e cognome – composto in realtà da tre nomi propri : Tertuliano Máximo Afonso – viene spezzato in due o tre parti dentro il dipanarsi di uno o più paragrafi, sempre però alla fine ricomponendo quell'unica e indivisibile [ 1+1(+1)=1 → Incendies (figlio-fratello-padre) → Enemy (Adam-Anthony) → Prisoners (Alex-Barry) ] singolarità lessicale }- e, sul finale, la suddivisione dei nomi della madre, che di volta in volta dive-n/r-gono ( Carolina Maximo, Carolina Afonso, e...Carolina Claro {*¹-²} ), sono solo due esempi tra i molti e i tanti. Il romanzo si chiude su sé stesso e surrealmente reinizia da capo, o più precisamente da poco dopo l'inizio, a 2/5 del percorso, a partire dalla prima telefonata di Tertuliano ad Antonio. Sarà un cerchio infinito, una spirale a 4 dimensioni autoreplicante, o paradossalmente girerà s'un doppio binario, una superficie a massima prestazione, correndo s'un nastro di Moebius a spin ½ per risolversi alla seconda tornata con l'entrata in scena (senza "Fight Club") di una pistola…  



Quella del film, di semiotica, è differente : più semplice, dal PdV del finale

-[ ch'è l'unica parte, paradossalmente, veramente comprensibile dell'opera, e che ci regala l'unica solida certezza ( la tarantola si ritrae tra un angolo e il soffitto della stanza in una posizione che non è solo di attacco ma primariamente di difesa, difesa della prole contenuta nel metaforico sacco ovigero del ventre gravido in grembo all'opistosoma, tutti e otto gli occhietti ocellari riuniti secondo il loro pattern 4-2-2 al centro del ''capo'' rannicchiato protetto in cima al cefalotorace nel mezzo del baricentro protetto dalle otto zampe. Sul viso di A. s'innesca e nasce un'espressione piena di comprensione e rassegnazione divertita ), a meno di non prendere in considerazione un enunciato di partenza estraneo ad essa...dettato dal Buon Senso ( che in Saramago è un personaggio di per sé, a tutto tondo, dotato della presenza scenica di un interlocutore fatto e finito che interagisce con Tertuliano, da esso sollecitato e interrogato ), ovvero : che uno dei due personaggi – a meno ch'essi non si muovano su due piani temporali differenti, ed uno dei due per l'appunto non ne ricordi le gesta dal suo presente-futuro ch'è dello scomparso il proprio presente-passato, e siano concatenati ed incrociati in parallelo dal montaggio dell'Autore / Protagonista – non sia altro che la proiezione mentale (Es-“D:”) dell'altro (Io-“C:”) in lotta col proprio (SuperIo-“TradeMark”) ]-,

e più complessa perché, ancora una volta paradossalmente, ancorata al reale nel cercare di razionalizzare la “definitiva elucidazione delle commutative e instabili identità in lizza”

La contemporaneità della loro presenza in scena (escludendo le sequenze che rientrano nell'ambito di una psicopatologia allucinatoria e/o di personalità multipla: si pensi a "Despair" di Vladimir Nabokov / Tom Stoppard / Rainer Werner Fassbinder) scaturita dal montaggio si risolve con l'esistenza di quella strana tecnica della narrazione chiamata flashback. E che in realtà è un flashforward. Anzi no : è il flashback nel flashforward di un morto : analessi prolettica ⇔ prolessi analettica. Chi (?) è vivo (sopravvissuto), ha ''scelto'' di fare il professore di Storia con passatempo orgiastico piuttosto che un attore di terzo piano/fascia/classe con famiglia felice. E svago da ''feste eleganti'', versione più prosaica rispetto ad Arcore/EWS, senza messe rumene recitate all'inverso. 

Costruisci anche tu un personale modellino di labirinto in cemento. Pardon, cartoncino pressato ( Balfron Tower, da "Brutal London" by ZupaGrafika ). E mandaci a vivere i tuoi sogni. 


//www.filmtv.it/imgbank/POST_page/brutallondon-10_568b1876ab726.jpg(Assonanze e consonanze intercontinentali : Ernõ Goldfinger - "Trellick Tower" - 1972 / Martin Amis - "London Fields"- 1989 : Nubi atomiche trasportano il profumo di estinzione.)


5.  DURA MADRE – ARACNOIDE – PIA MADRE.

“ Sei il mio unico figlio. Io sono la tua unica madre. Hai un lavoro rispettabile e un bell'appartamento. E, dato che siamo sinceri, credo che dovresti abbandonare quella fantasia di diventare un grande attore. ” {*¹-³}  

Denis Villeneuve, autore di un cinema non propriamente ''classico'', e tanto meno in scia coi postumi della New Hollywood, ma potente, che sfama, e al contempo non è mai sazio di consegnarti quel qualcosa in più di pensato, ponderato e sorprendente ( l'unico paragone che mi sento di proporre è quello con James Gray, infarcito da un'ombra dell'Artista Un Tempo Conosciuto Come M. Night Shyamalan ), utilizza “Maman” -( volendo premere un poco tanto sull'acceleratore dei riferimenti fini-a-sé-stessi e delle similitudini azzardate, molte versioni in piccolo di quella scultura sono ''visibili'' nei lampadari appesi al soffitto nel loft-posto di lavoro della madre di Adam in cui ha luogo il loro incontro-dialogo dal vivo. O in casa mia )-, la scultura di mt 9x9x10 in acciaio, bronzo e marmo di Louise Bourgeois del 1999 ( Ottawa ), ''così'' come Duncan Jones in “Source Code” utilizza il “Cloude Gate” di Anish Kapoor a Chicago, Alfred Hitchcock in “North by NorthWest” il naso di Lincoln scolpito sul Mount Rushmore ( e nello stesso film una riproduzione della “Falling Water” di Frank Lloyd Wright ), Steven Spielberg la Devils Tower in “Close Encounters of the Third Kind”, Brian DePalma ( e "the Simpsons" ) la “Chemosphere House” di John Lautner in “Body Double”, etc...etc…, ché gli esempi sarebbero a centinaia, tutti simili e tutti diversi.  

 

//www.filmtv.it/imgbank/POST_page/16_568b187713556.jpg

//www.filmtv.it/imgbank/POST_page/spider_568b1876e6484.jpeg

//www.filmtv.it/imgbank/POST_page/1015996-image005-1200_568b1876dbdd2.jpg[ Si consideri anche "Persona", di Ingmar Bergman, del 1966 : e precisamente qui, al minuto 01'20'' ] 

 

6.  BLUEBERRY FIELDS, FOREVER.

" A mio avviso, disse lui, l’unica opzione importante, l’unica decisione seria che bisognerà prendere per quanto riguarda la conoscenza della Storia è, se dovremo insegnarla dall’indietro in avanti o, secondo la mia opinione, da davanti all’indietro, tutto il resto, pur non essendo disprezzabile, è condizionato dalla scelta che si faccia, lo sanno tutti che è così, ma si continua a far finta che no. "

José Saramago – O Homem Duplicado – 2002 ( trad. ital. Rita Desti, Einaudi/Feltrinelli ) 

Il bisogno segreto di Anthony è quello di fare il professore di storia, che per quello ha studiato. Lo fa di nascosto dalla moglie. Il bisogno segreto di Adam è quello di fare l'attore, che per quello non ha studiato. Lo fa di nascosto dalla madre. L'insegnante di storia è guarito : finalmente potrà essere l'attore fallito. L'attore fallito è morto : finalmente l'insegnante potrà scrivere la propria storia. 

Attraverso le manifestazioni del reale o di ciò che sia deducibile riconoscere come tale, A. cerca la verità in cui è immerso il proprio contesto di persona : la sua vita è un eterno finché dura Paradosso di Schrödinger : esso è al contempo la scatola aperta/chiusa, il povero gattino batuffoloso e/o spelacchiato, la particella nucleare in decadimento che fa tic-tac, e l'osservatore esterno ( che osservando modifica il corso degli eventi, ma questo è il Principio di Indeterminazione di Heisenberg ) : è il maestro di cerimonie del proprio mondo, è la maschera.  

Rovesciando per due volte la locuzione di Bruno Bettelheim presente in "the Uses of Enchantment : the Meaning and Importance of Fairy Tales" del 1976 ( "il Mondo Incantato", Feltrinelli, 1977 ) a proposito della fiaba-favola, in cui "i personaggi sono tipici anziché unici", si potrebbe affermare che A. è un individuo unico ( pur doppio ) ma non propriamente tipico. La domanda è se lo diverrà sempre più, col mutare della comunità-società-civiltà-umanità lungo questa china, uniformandosi e scomparendo sullo sfondo caliginoso delle colate grezze della 'sua'' Concrete Jungle, oppure questa sua particolare eccezionalità ( non così rara ma certamente non comune e non tipicizzata ) rimarrà peculiare...e la razza umana avrà così una speranza migliore.

Volendo “risolvere” il film e non il romanzo : l'incidente ( che sia allo stesso tempo un ricordo e una proiezione mentale ) avv-iene(/enne) realmente ( come tutta la storia d'amore fedifrago tra Adam e Mary ) : lei probabilmente muore e lui sopravvive portandosi addosso una bella cicatrice e resettando il disamore verso i mirtilli, nel passato. 

Il minuscolo e oramai inutile maschietto dev'essere solo contento di essere riuscito a lasciare (?) sano e salvo la ragnatela dopo il coito. L'epifania disegnata sul volto di A. è rassegnata e consapevole con un accenno di sorriso.  


//www.filmtv.it/imgbank/POST_page/immaginekkkkkkk_568b18779d926.png


E no, il finale non è così chiaro e lampante. E se la chiave del film fosse la pistola del romanzo ? E se il cerchio si chiudesse anche su celluloide oltre che su cellulosa ? Più precisamente : se anche la pellicola arrivasse a coincidere esattamente con l'inizio, quando invece inchiostro e carta creavano un innesto a 2/5 ? La nuova chiave, Unica, appena scartata dall'anonima elegante bustina, aprirà una nuova - la solita - porta : " I think I have to go out ".

Per modalità ( significanti ) divergenti ( e diverso, come detto, è anche il finale ) mi sembra che il romanzo e il film percorrano lo stesso tipo di strada ( significato ) : semplicemente, l'alienazione [ maschile ( la città intesa, vista, percepita e vissuta come gabbia ), e non femminile ( la città modellata e/o accettata come nido, culla, giaciglio, utero, sacco ovarico ) ].

Che poi Saramago preveda una pistola ( l'inconscio maschile che ''rimette a posto le cose'' con una protesi armata del proprio sesso ) e Villeneuve una chiave [ l'inversa xeno-antropomorfizzazione del dato di fatto della realtà : l'inconscio maschile si arrende ai corazzati segnali ( ferormoni femminili fattisi segno, senso e segnale ) profondi e virulenti della donna emessi a custodia della progenie e a salvaguardia dello ''status quo'', o meglio : della vita futura ], poco (forse) cambia.
A. diviene, a dispetto, a cospetto e a sospetto di sé stesso, la metà di un uomo solo, un unico intero autosufficiente fatto e finito.
"Nessun compagno" è meglio di "un compagno inaffidabile".
Mamma ragno si rannicchia in un angolo a difendere la prole che porta in grembo, tra prosoma e addome, pronta a colpire. 



7.  RICORDI CHE SONO NOVITÀ, E NOVITÀ CHE DIVENTANO RICORDI.

« Allora vidi i suoi occhi mentre veniva verso di me attraverso il tavolo, ed erano occhi limpidi, pieni d'amore. »

Jonathan Lethem – As She Climbed Across the Table – 1997 ( “Oggetto Amoroso Non Identificato”, traduzione di Gioia Guerzoni, il Saggiatore - Marco Tropea, 1998 ).

Romanzo che diventa Adattamento, Trasposizione che diventa Cinema.

Come spesso accade, scrivendo recensioni, già dal principio ben si conosce il finale del proprio pezzo ( che va di pari passo oppure no col conoscere quello del film o del romanzo ) : per costruire la critica ad un film volenti o nolenti non ci si può sottrarre all'influenza che il conoscerne la fine esercita sul nostro giudizio complessivo, non ci si può esimere dal tenerne conto ( poi a volte succede che l'ultima frase in chiusura cambi durante il processo di stesura lineare e consecutiva di un'idea spiraliforme a ragnatela, ma ciò molto semplicemente può stare a significare che quella che si pensava fosse la vera conclusione...in realtà non lo era, e che quella vera nel frattempo abbia avuto tutto il tempo di lavorare nell'ombra per emergere e per imprimere sé stessa sul resto della pagina ). E ciò ovviamente vale anch'e pure per la recensione che state leggendo adesso, in questi precisi momento ed istante : questa qui, che termina e finisce proprio così : così. Anzi no. 

 


Se cerchi LA verità alla fine è anche possibile che ne trovi UNA.
La realtà, probabilmente. 
Giunt'in fine al punto di partenza - seguendo l'optapode aracnoideo { grimaldello antropogenico che vuole "una stanza [ nursery room ] tutta per sé" per poter vivere la propria, di vita, senza l'ingombro di un maschio reso(si) inutile } inversamente antropomorfo apparire e maneggiando la chiave di lettura e di (s)volta centripeta che apre/chiude due divergenti/confluenti futuri/passati - ne sap(r)ete come prima. Fuck.  
Spero solo che il mio avatar - chiunque esso sia, presente su FilmTv.it - sia riuscito a scrivere una recensione migliore.

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Qui [ « 1+1=1, ovvero : Denis Villeneuve, réalisateur : "Enemy" + "Story of Your Life" » ] si può trovare una versione più ampia di questo scritto che sfocia verso “Story of Your Life” -{ il prossimo film di Denis Villeneuve, sceneggiato da Eric Heisserer e tratto da un racconto di Ted Chiang , in cui la semantica aliena ivi descritta riesce ad influenzare la percezione del(lo spazio) tempo di chi la domina, contaminando simbioticamente [ e ''fantasticamente'', nel senso ch'è una storia di speculative fiction ( senza essere ''fantasy'' ) piuttosto che di Hard SF ] il suo fruitore-propagatore }- e che contempla “Here”, il capolavoro - stazionario nello spazio e accogliente tutto il tempo del mondo - di Richard McGuire.      

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