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Piraña

Regia di Joe Dante vedi scheda film

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La recensione su Piraña

di Cocchan
6 stelle

Un fritto misto di comicità, tensione, horror e anche un velo di erotismo per una pellicola forse un po' datata ma comunque ancora godibile.

Divertente pellicola firmata Joe Dante (regista dei Gremlins) che qui, nella sua seconda fatica, omaggia il celebre cult spilbergiano Jaw (con tanto di citazione all'inizio del film, dove la protagonista gioca con un arcade targato proprio lo squalo), e prodotta da nientemeno che Roger Corman, prolifico regista di B movies horror ad alto tasso comico.

Cast interessante e ampiamente conosciuto alla cinematografica dell'epoca, in particolare Barbara Steele (iconica dama dark dallo sguardo intenso, protagonista in diverse pellicole gothic horror italiano), qui nel ruolo della cinica esperta di piranha, e Kevin McCartney (già visto nel primo Invasion of the Body Snatchers degli anni ‘50 e nel remake di Kaufman del ‘78), dove interpreta la parte dello scienziato fautore della nuova genesi di pesci assassini (e qui protagonista di una delle morti più insulse ma allo stesso tempo divertenti della storia del cinema).

Low budget e si vede, ma nonostante ciò la pellicola risulta tutt'oggi godibile e incredibilmente spassosa. La trama è lineare, tipica del genere: animali assetati di sangue umano seminano il panico e gli eroi della situazione cercano di salvare più vite possibili e mettere termine alla strage. Tematiche politiche vengono sollevate in maniera neanche troppo velata, in particolare la guerra del Vietnam (i pesci sono esperimenti di laboratorio da usare come armi letali), l'ipocrisia americana (il voler camuffare il pericolo per non far dilagare tra la popolazione le illecite sperimentazioni militaristiche) e l'inquinamento (che qui si rivela unico strumento possibile per l'eliminazione della minaccia acquatica).

Quello che risulta più interessante è la rappresentazione del corpo, soprattutto femminile: ogni pretesto è buono per mostrare morbide fanciulle in bikini, pronte a denudarsi per gettarsi nelle rinfrescanti acque fluviali. D'altronde il film è della fine degli anni ‘70, quando ormai il movimento hippy è stato metabolizzato e sintetizzato dalla società (americana) in maniera, se si vuole, frivola e libertina, dove l'emancipazione femminile viene rappresentata da seni nudi e giocosa promiscuità (più di una volta, nel corso del film, si intravedono threesome ragazzo+due ragazze). È anche il decennio della sperimentazione cinematografica del porno, che inizia a diffondersi e ad essere (più) socialmente accettato: il caso Gola Profonda (del ‘77, un anno prima di Piranha) è ormai assodato, viene pubblicata e ampiamente diffusa la rivista Playgirl e il filone exploitation è nel suo boom.

 

 

Un fritto misto di comicità, tensione, horror e anche un velo di erotismo per una pellicola forse un po' datata ma comunque ancora godibile.

 

 

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