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Lo sguardo di Satana - Carrie

Regia di Kimberly Peirce vedi scheda film

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La recensione su Lo sguardo di Satana - Carrie

di mc 5
4 stelle

Un film tutto sbagliato. Tutto da rifare. Anzi, dipende forse da come ci si pone. Se uno è di bocca buona oppure amante dei luoghi comuni dell'horror e dunque propenso a farsi suggestionare da immagini facili ad imporsi, allora troverà ciò a cui va incontro. Se uno invece cerca un prodotto degno di ciò che dovrebbe rielaborare e riproporre (un superclassico di Brian De Palma del '76, a sua volta adattamento di un romanzo di Stephen King), beh allora in quest'ultimo caso la delusione sarà inevitabile. Se la pellicola si proponesse come un semplice teen-popcorn-horror movie il caso sarebbe già chiuso in partenza, ma il problema è la maldestra rilettura di un ingombrante originale, con l'aggravante della percezione di un'ambizione di fondo che conferisce al film una pretenziosità assolutamente fuori luogo per un'opera messa in scena con stile così modesto. La mia personale opinione (a parte una pregiudiziale avversione del sottoscritto per il dilagare dei remake, indice evidente di una cronica mancanza di idee), è che un cult come quello di De Palma era inadatto a qualunque "rivisitazione", in quanto destinato ad essere unico e irripetibile. In altri termini, l'originale era così ben riuscito che non c'era alcuna necessità di volerlo attualizzare "per forza". Il fatto poi che l'esito al botteghino sia stato deludente dimostra che il prodotto non ha funzionato neppure presso quel pubblico giovane che avrebbe dovuto teoricamente decretarne il successo. E aggiungerei che, fatta salva una vicenda drammatica dalle tinte a tratti fortemente cupe, io ritengo che, in una rielaborazione attualizzata, avrebbe giovato l'innesto di qualche elemento di ironìa. E invece si è scelto di caricare la messa in scena di un pathos drammatico alla fine controproducente nella sua esaperata reiterazione. Diciamo cioè che tutto questo prendersi troppo sul serio se non è sorretto da adeguato mestiere, può generare qualche percezione di ridicolo, e mi riferisco allo stile modesto e decisamente poco incisivo della regista Kimberly Peirce. La storia è ormai talmente classica che suppongo nessuno la ignori. Una ragazzina americana (a sua stessa insaputa dotata di poteri soprannaturali), sullo sfondo della periferia del Maine, viene derisa ed umiliata dalle compagne di scuola, fino al giorno in cui -fatta oggetto di un affronto atroce- la sua natura maligna prende il sopravvento risvegliando i suoi (finora sopiti) terrificanti poteri telecinetici, punendo tragicamente i responsabili di uno sconsiderato gesto e scatenando il finimondo per le strade della città. Le varie fasi del racconto sono affrontate e dispiegate nel modo più banale possibile, utilizzando parecchi luoghi comuni del cinema horror giovanile, a partire dall'ambientazione scolastica popolata dalla fauna umana più prevedibile e scontata. Interessante invece, ancorchè non sviscerata a sufficienza, la natura del morboso rapporto che lega la giovane protagonista ad una madre ossessionata dai fantasmi del suo passato in chiave di fanatismo religioso. Quanto poi alla protagonista, diciamo che Chloe Moretz (giovanissima versatile attrice, altrove eccezionale, da "Kick Ass" a "Hugo Cabret") qui sfiora il ridicolo caricando di inutili ed eccessive "ambasce" il proprio ruolo. Julianne Moore invece, che dispone evidentemente di maggiori risorse professionali, riesce a conferire un minimo di spessore a questa madre diabolica, pur anch'essa penalizzata da una regìa che non la sa valorizzare in modo adeguato. Anche il tentativo di fare luce sulle finte convenzioni di una ipocrita provincia americana, risulta blando e inefficace, in quanto la preminente deriva da teen-movie inibisce qualunque sforzo in direzioni più impegnative. In definitiva, qui siamo OLTRE l'occasione sprecata, questo è un remake che proprio non doveva essere fatto. Qualche produttore, evidentemente, in qualche ufficio da qualche parte di Hollywood, si è accorto troppo tardi di aver sbagliato a fare i suoi conti.


Voto: 4

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