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Effetti collaterali

Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film

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Tato88

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La recensione su Effetti collaterali

di Tato88
8 stelle

“Il festival di Berlino – ha detto il regista al termine della proiezione - è quello a cui sono più affezionato perché è anche quello in cui sono venuto più spesso. La prossima volta però sarò un semplice ospite”.

 

Si chiude dunque il sipario su Steven Soderbergh col suo ultimo, pare, film per il cinema e con la sua quinta presenza alla Berlinale. E decide di farlo senza smentire ciò che (non) ha costruito con i suoi film precedenti, senza celebrazioni, senza commozione. L'ultima inquadratura (che chiude un cerchio per similarità alla prima) è tra le più semplici che si possano vedere in un film: zoom e panoramica di media velocità.

Ho sempre ritenuto Soderbergh un regista di mestiere, il più bravo forse. Con poche eccezioni, nel corso della sua carriera non ha diretto film scritti da lui stesso, ma è sempre stato coinvolto in progetti già avviati, spaziando dunque tra svariati generi. “Side Effects” non è da meno, e aggiunge il thriller psicologico alla sua collezione. Come sempre nulla ha a che vedere con i suoi lavori precedenti, né in stile di regia né in tematiche trattate (giusto la fotografia ricorda parecchio i toni malaticci giallo-verdognoli di "Contagion"). Come sempre ottimo montaggio e come sempre grandi attori che, imitando il loro regista, interpretano il loro ruolo a dovere. Del cast è stata forse Rooney Mara a sentirsi più a suo agio nel proprio ruolo, una ragazza con frequenti crisi di depressione e manie suicide, e almeno due volte  ha fatto schizzare dalla sedia e urlare l'intera platea (coadiuvata appunto da regia e montaggio). Purtroppo i molteplici finali a matriosca in cui si scoprono altarini e tripli giochi rovinano un po' sia il personaggio che gli intenti di denuncia contro l'abuso di psicofarmaci. Poco male, l'ha diretto Steven, nessuno avrebbe potuto fare di meglio. È proprio un problema di sceneggiatura che sicuramente sarà nata da ispirazioni alte, ma è finita per assecondare un po’ forzatamente il genere di appartenenza. Molti punti chiave della vicenda si risolvono con lunghi dialoghi, che per quanto ben interpretati hanno richiesto la mano del regista per diventare Cinema.

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