Regia di Jason Moore vedi scheda film
Hanno ancora bisogno di rivincite, i nerd? Viene da chiederselo di fronte a Voices, che aggiorna al terzo millennio il discorso degli “emarginati con una marcia in più”: sulla scena si sfidano gruppi agonistici di canto a cappella, che durante le audizioni si dicono maldisposti ad accettare membri con problematiche varie o confusione sessuale, ma finiscono per raccogliere ragazze nere & lesbiche, nerd amanti della prestidigitazione, freak nate con le branchie e ciccione che si autoproclamano ciccione per evitare di essere così chiamate alle spalle. Il sospetto che si tratti di una versione universitaria di Glee non viene mai fugato (compresa l’ossessionante incombenza delle “regionali”, appuntamenti che scandiscono la serie tv canterina), nonostante il buonismo sia parzialmente diluito con abbondanti dosi di vomito e qualche citazione di Breakfast Club. All’australiana Rebel Wilson, quasi un Jack Black al femminile, il compito di risollevare, a suon di umorismo stralunato e scorretto, le sorti di uno script che si vuole brillante ma è solo un canovaccio prevedibile per raccordare una serie di esibizioni, progressivamente sempre più trascinanti e originali. I numeri musicali a cappella, notevoli per esecuzione e coreografia, sono la vera forza di un’operazione che punta al solito elogio della diversità ma si rivela piuttosto moralista (si veda anche il modo in cui vengono liquidati i “fattoni”: il politicamente scorretto non può spingersi così in là).
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