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Elysium

Regia di Neill Blomkamp vedi scheda film

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La recensione su Elysium

di EightAndHalf
6 stelle

Il caos della guerriglia, il processo violento di due rivoluzioni. Una proviene dal basso, dalla povera Terra, che nel distopico 2154 risulta quasi invivibile, ed è comunque frequentata da poveri disgraziati. Una proviene dall'alto, dalla mente di un maligna Jodie Foster che ha intenzione di deporre un governo che ancora ha paura dello scandalo dell'uccisione di poveri immigrati. Ecco perché l'azione confusionaria ma epica di "Elysium" è necessaria, e funziona come espressione di un declassamento della morale decisamente insano.
Che il protagonista sia un personaggio insignificante, e che tutta la storia sentimentale e nostalgica dei due protagonisti sia risaputa e scandalosamente banale è inutile dirlo, perché se lo aspettano tutti da un kolossal hollywoodiano, ed è certo un peccato che siano fattori così centrali e talmente focalizzati. Quello a cui bisogna stare attenti è invece il perché questo film, che ripropone in fondo lo stesso brodo, è ADDIRITTURA sufficiente. E non è facile decidere da dove iniziare, perché gli elementi interessanti ma di semplice contorno sono tanti, tantissimi.
Iniziamo dall'immigrazione. E' sicuramente un tema che sta a cuore a Neill Blomkamp, che già in "District 9" raccontava di alieni ROM che non potevano provare a oltrepassare certi limiti territoriali, alla faccia dei diritti umani. D'altronde sono extra-terrestri. Qui invece il limite è una bombardatissima Fly Zone che si interpone fra la terra e il miracoloso satellite dei Campi Elisi, in cui la ricchezza regna sovrana, ed è il criterio per stabilire chi merita di vivere o di morire. E Jodie Foster spara senza riserve i missili del suo fedele Kruger (un mostro umano con pezzi di metallo, curioso cognome), e poi spara senza riserve i suoi giudizi razzisti e offensivi contro il governo tanto odiato (che già ha escluso la povertà dal Paradiso scientifico e medico che è Elysium, non c'è mai fine al peggio). Quanti strati di Male stratificano l'umanità di Elysium (ma solo quella), e quanti riccastri si godono tutti per sé la loro barella tecnologica che guarisce da qualunque malattia! Dunque viaggiare fino al bel satellite, non se ne parla.
Passiamo quindi per la concezione di questa curiosa ricchezza del futuro. L'umanità è tornata indietro, gli abitanti di Elysium posseggono dei riconoscimenti sulla pelle, che giungono e si codificano anche nel DNA. Che curiosa e arcaica concezione di sangue nobile. E gli investitori, come gestiscono le loro ricchezze? Il contante è demodé, della Borsa non se ne sente parlare, bensì preferiscono inserire tutto nel proprio cervello tramite curiose chiavette USB. Sbalorditivo, l'uomo è diventato un assegno. E il protagonista (il palestrato e tatuato Matt Damon, particolarmente inespressivo) è costretto a diventare anche lui un grandissimo floppy disk. Ma non è finita.
Concludiamo con i bizzarri accostamenti organico-inorganico che sembrano la semplificazione terra terra e priva di sottotesti filosofici delle fantasie cyberpunk di Tsukamoto: viene inchiodato nel corpo di Matt Damon un esoscheletro che lo rende più forte, così da trovarci davanti un debolissimo Terminator che continua a cercare di raggiungere Elysium per sfruttare anche lui una di quelle miracolose barelle mediche, e perché?, ci si chiede. Ma perché dentro e fuori di lui non ci sono soltanto dati bancari di capitalisti incalliti e un esoscheletro di metallo, c'è anche il lento decadere di organi interni causato dall'accostamento ravvicinato a violentissime radiazioni durante il lavoro sulla Terra. Quindi, infine, ci troviamo davanti a un relitto umano che fa anche più pena del più simpatico protagonista di "District 9", anche lui ibrido quella volta fra uomini e alieni. 
Non c'è troppo da criticare Elysium, offre divertimenti per umili cinefili e desiderosi di intrattenimento. E' un peccato che tutto verta verso sentimentalismi e buonismi prevedibili, ma è meglio accontentarsi, specie dopo aver visto l'orribile "Oblivion", come nel film sarebbe stato meglio godersi ancora un po' l'immagine spaziale della medaglia del protagonista, il nostro policromo pianeta Terra.

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