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Piccolo Cesare

Regia di Mervyn LeRoy vedi scheda film

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La recensione su Piccolo Cesare

di passo8mmridotto
9 stelle

Tra i film dedicati al gangsterismo e ovviamente alle tragiche gesta di Al Capone, "Piccolo Cesare" merita di essere ricordato, anche per rendere omaggio al grande Edward G. Robinson, qui in una delle sue migliori interpretazioni.

Un attimo prima di "Scarface" fu  "Piccolo Cesare", prototipo dei film sul gangsterismo e diametralmente opposto al film di Howard Hawks, nonostante i due capolavori siano entrambi dedicati alla vita criminale di Al Capone.

Mervin Le Roy si ispira al romanzo di William R. Burnett, che narra le gesta del gangster Cesare Rico Bandello.

L'interprete ideale per lui è Edward G. Robinson, ma la casa produttrice, inizialmente d'accordo, ci ripensa e propone come protagonista Clark Gable, relegando Robinson in una parte secondaria.

Le orecchie a sventola di Gable, poco credibili per un capo banda tanto sciagurato, salvano Robinson, che intanto minacciava di lasciare il set, dove erano già state girate alcune scene.

Robinson puntò i piedi anche sull'iniziale stesura della sceneggiatura, eseguita dallo stesso Burnett, somigliante ad una banale "gangster story" senza possibilità di successo.

La sceneggiatura fu riscritta da ben quattro sceneggiatori, e Robinson ne fu soddisfatto.

"Piccolo Cesare" meritò la consacrazione a capolavoro da parte degli appassionati del genere. Il film dura circa 80 minuti, ma sembra ancora più corto, non dà respiro, ogni azione ha ritmi e tempi studiati per un montaggio perfetto, opera di un grande Ray Curtiss.

Edward G. Robinson è Cesare Rico Bandello, l'attore dimostra tutta la sua bravura, e domina la scena entrando nel personaggio così profondamente che per lo spettatore è difficile odiarlo, nonostante la sua crudeltà, tutta improntata al "calpestare per non essere calpestato".

Parte della riuscita del film è merito degli attori comprimari e secondari, che danno alla pellicola fluidità e grande omogeneità: Douglas Fairbancks jr. è Joe Massaro, l'unico amico del boss, aspirante ballerino, che Rico coinvolge nella sua sciagurata scalata al dominio sulle gang rivali.

Glenda Farrel è Olga Strassoff, la donna di Joe. Ralph Ince è Diamond Pete Montana, altro capo gang, e George E: Stone è Otero, il suo braccio destro.

Grande è anche Thomas Jackson nel ruolo del tenente Tom Flaherty, che non si darà pace sino a che non avrà ucciso Cesare.

Il film non dimostra l'età veneranda che supera gli ottanta anni: la pellicola è ben conservata, l'audio è buono, la fotografia impeccabile, con una accurata ricerca degli interni e le riprese in notturna e sotto la pioggia.

Tutto ciò contribuì a consacrare Robinson come "gangster" cinematografico, ruolo al quale fu chiamato spesso, mietendo sempre il meritato successo. Ed è perlomeno curioso che Robinson, ebreo di origine rumena, si sia calato con tanta disinvoltura nei panni di un gangster di efferata e disumana cattiveria, di origine italiana, che soltanto tre anni prima aveva dato origine al massacro di San Valentino.

L'ultima sequenza del film, nella quale il tenente Flaherty uccide Cesare Rico Bandello con una raffica di mitra, dura pochi secondi e racchiude, nello sguardo incredulo del gangster, tutto lo stupore per quella fine che Rico non aveva previsto.

"Così muore Piccolo Cesare", sussurra, e poi, per alcuni istanti, parla il suo sguardo mortale.

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