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Revenge City

Regia di David Ren vedi scheda film

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La recensione su Revenge City

di M Valdemar
2 stelle

 

locandina

Revenge City (2012): locandina





Incredibile. Sasha Grey non solo viene spacciata nel cast principale, ma la sbattono pure in bell'evidenza sulla locandina: nome e presenza giusto a fungere da richiamo laddove, nel caso di questo mesto bruttissimo The Girl from the Naked Eye (conosciuto anche come Revenge City), di attrattiva non ve n'è traccia alcuna. Bene, la munifica (ex porno)star sta in scena sì e no una trentina di secondi: un cameo inutile e del tutto irrilevante, avente come ambientazione l'ascensore di un palazzo-bordello, in compagnia del carciofo protagonista e di un paio di brutti di ceffi presto malmenati. Stop.
In effetti, a ragion veduta, produttori e distributori vistosi tra le mani un prodotto scadente sotto ogni punto di vista, hanno evidentemente cercato di puntare le residue speranze di racimolare un po' di grana (anche bitcoin vanno bene) puntando tutto sulla figura provocante della "celebrità" Grey (e relativa fanbase). Stessa solfa per Dominique Swain, non fosse che all'ex lolita sono riservati almeno due-tre minuti per quanto non si capisce cosa ci stia a fare.
Cose che accadono. Come può accadere d'imbattersi in questa specie di copia (venuta malissimo) di Sin City: voice over, puttane, sbirri corrotti, criminali e boss da strapazzo, la notte regina di peccati e peccatori, vendette e via "graphicnovelizzando" (sebbene in modalità live action) una storia di amore morte e vendetta (scatenata dall'omicio di una prostituta minorenne), revolverate e mazzate (coreografate schifosamente), dialoghi e monologhi da Sing Sing (ovvero, da carcere).
Ad attraversare burattinescamente questo noir-action strariciclato e strascicato con trama e personaggi strampalati, la cui violenza è "ovattata" e balordamente palesemente simulata, e le cui "performance recitative" sono così scarse da non poter nemmeno essere prese in giro, ci sta un tizio, tale Jason Yee, "famoso" pare per altro (arti marziali, però il ragazzo si arrangia in qualsiasi veste anche in produzioni maggiori, vedere imdb), e del tutto inadatto. Sigaretta perennemente in bocca manco fosse Alain Delon (ok, l'accostamento puzza di blasfemia), sguardo misto tra il perplesso e il citrullesco, pensieri e parole pronunciate con un'espressività sotto lo zero di un qualsiasi livello vagamente accettabile: insomma, una presenza in generale più che anonima e impalpabile come i suoi pugni finti.
Per fortuna l'agonia della visione dura meno di un'ora e mezzo: trascorre lentamente, si sbuffa a più riprese, ci si diletta nel coniare neologismi scurrili, ma poi finisce.
E Sasha Grey è meglio cercarla altrove.

 

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