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Il piccolo Archimede

Regia di Gianni Amelio vedi scheda film

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La recensione su Il piccolo Archimede

di emmepi8
8 stelle

Da un racconto di Aldous Huxley, un autore particolarissimo inglese, che ha scritto in maniera diversa le sue storie e che Amelio è riuscito a prenderne il significato intrinseco e portarlo sullo schermo, con una produzione Rai, allora ancora in fase di sperimentazione, uno dei momenti più felici di questo ente ormai arrivato all’estremo ed infelice porto che è la situazione di oggi. Qui si arriva a dei concetti importanti che sono l’innamoramento che una certa cultura inglese ha avuto da sempre verso i talenti italiani, e che sono stati sempre guardati con incanto, ma anche un severo sguardo critico relativo all’ambiente in cui sono sorti. Si parte da un concetto preso alla lontana che è quello de Il Ragazzo Selvaggio, e che la civiltà lo porta  a sicura morte; qui siamo nei pressi di un’intelligenza naturale che si sta aprendo inconsapevolmente al mondo e che solo l’incontro con una sensibilità particolare può  sbocciare, mentre si ritrae e si autodistruggi davanti alla cupidigia ed allo sfruttamento, non solo economico, ma  affettivo ed egoistico. Una storia che ha un suo fascino più che discreto, pur nell’ambito di un racconto asciutto, ma che riesce ad emozionare e a farci partecipi   in un’atmosfera elegiaca che è la campagna toscana e che riesce a tramettere il messaggio che il regista, su sua sceneggiatura, ha voluto dare. Amelio fin dagli inizi ha sempre avuto un suo particolare tocco nel raccontare le sue storie, che è poi  la sua traccia naturale che lo accompagna sempre in ogni sua opera; qui l’essenzialità e la concentrazione  della storia, riescono ad arrivarci al cuore ed emozionarci, fra i pochi stralci di parole ed immagini che mai hanno un senso moralistico e ricattatorio.

Sulla trama

una storia che ricorda altre vittime bambini, che si difendono dalla società, fra  Germania Anno Zero

Su Gianni Amelio

una regia  ben dosata, mai fredda anche se silenziosamente convincente

Su John Steiner

un attore che si stabilì  da noi, e che qui affronta dal lato giusto il suo personaggio

Su Aldo Salvi

un volto che rimane in mente

Su Shirley Carrigan

il ruolo della moglie

Su Laura Betti

un ruolo difficile da par suo, ma una presenza essenziale, vedasi la scena del cimitero

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